di Marco Depaoli
Tutto pronto o quasi. E’ stato da poco scodellato il primo ingaggio valido per il torneo di hockey su ghiaccio (impegnate Finlandia e Germania), al quale siamo “costretti” a partecipare come Nazione ospitante. Mentre gli uomini dovranno aspettare mercoledì 15, per le ragazze azzurre è già il battesimo di fuoco, quanto di peggio ci potesse essere. Probabilmente nulla più della nazionale femminile di hockey incarna quell’ormai quasi defunto spirito decoubertiano: “l’importante è partecipare”. Sì, perché siamo onesti e non vi diremo, come nella presentazione ufficiale di questi giochi alla voce “hockey”, che ci sono «grandi speranze azzurre!». Il divario tra la nazionale di Sparer, stasera sull’altare vittima sacrificale per gli dei greci, e le sue avversarie è davvero abissale. Le ragazze italiane la loro vittoria l’hanno già ottenuta: essere lì di fronte a migliaia di persone, tante quante anche sommate non ne vedranno mai durante tutta la loro carriera sportiva, essere trasmesse in Eurovisione quando nemmeno le Tv locali si sono mai interessate delle loro pattinate e dei loro giochi di stecca, se non come curiosità fine a se stessa. Stasera all’Isozaki, ore 20.30, le azzurre, diciassettesime al ranking mondiale, attualmente militanti ai mondiali gruppo C, se la vedranno proprio contro il Canada, detentore del titolo olimpico e trionfatore di quasi tutti i mondiali e tornei finora disputati. La nazionale canadese schiera atlete che se la giocherebbero tranquillamente contro i colleghi maschi, tant’è che l’eroina di Salt Lake, Hayley Wickenheiser, 27 anni (cugina di quel Doug che nei primissimi anni ’90 provò a far sognare l’Asiago) già due olimpiadi e 6 mondiali alle spalle (un totale di 6 ori e due argenti) venne quasi ingaggiata nell’estate del 2002 dal Merano, iscritto alla serie A maschile di hockey, innesto svanito per diniego della nostra federazione.
Comunque vada, qualsiasi passivo segni il tabellone, complimenti alle ragazze che hanno lavorato anni per rappresentarci, nonostante uno sport difficile se non impossibile da amare alle nostre latitudini, i sacrifici di allenamenti in notturna e le spese di migliaia di euro tutti sulle proprie spalle. Ovviamente felici di essere smentiti, ma probabilmente stasera l’Italia dovrà raccogliere dalla propria gabbia un elevato numero di dischi, e vogliamo proprio vedere domani quale testata, quale emittente televisione o sito internet che ha ancora la bocca impastata di calcio oserà scandalizzarsi di tale passivo, dal momento che scopre solo oggi questa disciplina e non saprà nemmeno pronunciare correttamente le giocatrici.
Tuttavia nei due tornei preolimpici di questa setitmana le azzurre contro le squadre più abbordabili del torneo sono riuscite a strappare due sconfite più che sonorevoli che fanno ugualmente morale: un doppio 0-4 da Svizzera e Germania. Questo l’organico che stasera affronterà il Canada, tra cui la bolzanina Valentina Bettarini, una delle più giovani atlete ai Giochi con i suoi 15 anni e la linea d’attacco che in Elite Woman Hockey League col Bolzano (terza) ha fatto faville: Florian-Kaser-Leitner.
Portieri: Luana Frasnelli (Bolzano), Debora Montanari (All Star Piemonte). Difensori: Michela Angeloni e Rebecca Fiorese (Como), Nadia De Nardin, Linda De Rocco e Manuela Friz (Agordo), Valentina Bettarini e Katharina Sparer (Bolzano). Attaccanti: Evelyn Bazzanella, Celeste Bissardella, Sabina Florian, Waltraud Kaser, Maria Leitner e Silvia Toffano (Bolzano), Heidi Caldart, Diana Da Rugna e Sabrina Viel (Agordo), Silvia Carignano e Anna De La Forest (All Star Piemonte). Allenatore: Markus Sparer