Tony PumaHockeytime: Puoi farci un bilancio del torneo di Sledge Hockey a questi Test Events?
Andrea Chiarotti: Il bilancio non può che essere positivo, perché se facciamo il conto con gli Europei, dove abbiamo subito 56 reti, qui solo 17, quindi è andata molto meglio. I nostri progressi, dicono un po’ tutti, che si vedono sul campo. Noi abbiamo l’obbiettivo di fare una bella figura all’Olimpiade e di ridurre il gap e di non vedere partite che terminano sul 15-0, anche se ho paura che quando incontreremo i colossi, come la Nazionale femminile, sarà molto dura.
HT: Questo è lo scotto da pagare per una disciplina che è nata da poco.
AC: Tre anni fa, quindi siamo orgogliosi e contentissimi di tutto questo. Certo la distanza è notevole; noi siamo principianti, anche che so, dal punto di vista del pattinaggio per fare un esempio, dove la gestione dello slittino come nell’hockey in piedi è il pattinaggio.
HT: Pensi che il movimento italiano possa avere uno sviluppo maggiore di quello attuale?
AC: Noi lo speriamo e mi auguro che non succeda come nell’hockey femminile che sta avendo un momento di stallo. Eravamo arrivati ad avere quattro formazioni in Serie A e quattro o cinque in Serie B, quindi un numero non indifferente e un bel movimento, ora invece, ci sono solo quattro squadre; questo è un po’ un peccato. Noi siamo agli inizi, ci sono tre squadre, speriamo di riuscire a crescere e vedere altre regioni come il Veneto che ha nell’hockey delle tradizioni e l’altra regione che mi piacerebbe coinvolgere è l’Emilia Romagna, perché hanno dei centri di protesi come quello di Budrio e la pista di Sasso Marconi. L’altro giorno sulla Gazzetta dello Sport c’era un articolo che diceva che ci sono 15.000 tesserati e che ci sono 300.000 potenziali disabili che potrebbero fare sport. Non dico di raggiungere il basket in carrozzina, che sono una potenza, arrivare ad avere qualche squadra in più non sarebbe male.
Si ringrazia Andrea Chiarotti per la disponibilità.