Fleury a Belfast

Fleury a Belfast

di Valmore Fornaroli

Si annuncia con una notizia che certamente farà discutere la stagione 2005/2006 della Elite League britannica.
Grazie agli auspici del nuovo investitore Jim Yaworski, approda all’Odissey Arena Theoren Fleury, la trentaseienne ala ex Calgary, New York, Colorado e Chicago che vanta nel suo curriculum una Stanley Cup, 1088 punti in 1084 partite nella NHL e la medaglia d’oro vinta a Salt Lake City.
Inutile dire che se la valutazione del giocatore si fermasse alle cifre si potrebbe tranquillamente parlare di un colpo ammazzacampionato per Belfast, ma purtroppo sono note le traversie che il piccolo talentuoso giocatore ha passato e sta ancora passando secondo le voci che provengono dal Canada.
Negli ultimi cinque anni Fleury è stato più volte fermato dalla NHL per essere sottoposto al programma di disintossicazione a causa delle sue dipendenze da alcol e droghe. La battaglia sembra stia volgendo a sfavore del Canadese che, lock out a parte, ha perso anche la stagione 2003/2004 quando la Lega lo ha sospeso escludendolo anche dal programma di recupero.
In un intervista del novembre 2004 Fleury ammetteva la sua difficoltà nell’affrontare soprattutto la sua dipendenza dall’alcol.
Tutto questo ha creato problemi perchè le autorità britanniche concedessero il permesso di lavoro, documento necessario per qualsiasi persona che si rechi nel Regno Unito ad esercitare una professione, ha influito sul buon esito dell’operazione l’ennesima apertura di credito della NHLPA, il sindacato dei giocatori, che ha “garantito” sulla volontà di Fleury e sulla sua utilità alla causa hockeistica UK.
Dietro questa vicenda che, ripetiamo, può essere oggetto di valutazioni più o meno positive, c’è una Elite League che ha visto rimpolpare le proprie fila con l’ingresso dalla BNL di Edinburgo e di Newcastle che copriranno così due aree sguarnite geograficamente: la Scozia ed il nordest dell’Inghilterra.
Come ogni anno i trofei in palio saranno tre: in ordine di importanza il campionato, la Challenge Cup ed il torneo finale i playoff.
Al momento favoriti d’obbligo sono ancora i Coventry Blaze, attesi all’esordio in Europa, che dopo il treble della scorsa stagione si presentano senza i due top scorer Carlson e Calder, ma che sono riusciti a trattenere Ashley Tait e hanno portato nel roster Marc Lefebvre strappato agli Steelers.
A favore dei Blaze più che l’effettiva forza della squadra c’è l’incertezza che accompagna i giudizi sulle avversarie.
Belfast avrà un giocatore come Fleury, a partire solo da metà ottobre, ma con tutte le incertezze, mentre il resto della squadra è praticamente lo stesso dello scorso anno.
Cardiff pare aver pescato in maniera ottima con Goulet (ECHL), ma la squadra è ancora in gran parte da definire con l’unica certezza di Sacratini; Nottingham ha perso Cadotte approdato in Italia e gli Steelers affidano le speranze di rilancio all’ex Cortina Lennartson.
Le due ultime della scorsa stagione, Londra e Basingstoke, hanno rinnovato in maniera radicale i propri roster – solo cinque i riconfermati per i Bison – nella speranza di cambiare le sorti di un derby ridotto a lotta per vitare l’ultimo posto.
Destano curiosità le matricole, entrambe si affidano a giocatori stranieri di lunga militanza in Gran Bretagna con Newcastle da preferire ad Edinburgo per la presenza di David Longstaff, ritenuto il miglior prodotto indigeno, e di solidi professionisti come l’ex Vipiteno Wilson e Paul Ferone.
Il tutto restando in attesa del ritorno programmato per il prossimo anno di Manchester e delle decisioni della British National League orfana dello sponsor e di due squadre.

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