Intervista a Giorgio Pedron radiocronista Radio Studio Record Canazei

Intervista a Giorgio Pedron radiocronista Radio Studio Record Canazei

HT: Alla luce dei risultati finali di questo campionato un suo commento sulla stagione appena conclusa ed una valutazione qualitativa di quanto espresso sul ghiaccio.

E’ stata, senza ombra di dubbio, una stagione intensa, bella e qualitativamente elevata dove le emozioni non sono mancate. Abbiamo assistito in molti casi ad incontri di grande spessore tecnico che da anni non vedevamo e che hanno impressionato favorevolmente anche alcune "stelle" d’ oltre oceano venute da noi pensando di fare una semplice vacanza nel bel paese. La finale tra Milano e Cortina, dal punto di vista del gioco, è stata la ciliegina sulla torta di un campionato emozionante fino all’ ultimo minuto. Anche se ho sempre affermato che l’ hockey di quest’ anno non ci appartiene del tutto perchè non rispecchia, purtroppo, la realtà del nostro movimento. Comunque la vittoria in terra d’ Olanda della Nazionale è direttamente figlia di questo appassionante torneo.

HT: Vorremmo un suo giudizio sulle singole squadre che hanno dato vita a questo campionato:

Se devo essere sincero l’ unica formazione ad avermi deluso è il Torino. Dalla storica società Piemontese, dopo il ritorno sul palcoscenico della serie "A", mi aspettavo molto di più. Se non altro in vista delle Olimpiadi che possono, o potevano, rappresentare l’ ideale trampolino di lancio per questa disciplina in una città dalla monocultura sportiva…il calcio. Davvero deludente la campagna acquisti e altrettanto deludente il campionato con la seconda retrocessione consecutiva. Anche se ci sarà un nuovo ripescaggio per ovvii motivi. Forse manca anche la volontà politica di migliorare la situazione (voto 4). Stagione anonima per l’ Alleghe. Gli agordini hanno evitato l’ ultimo posto solo grazie alla maggiore esperienza dei suoi uomini nei confronti dei Bulls, ma se dall’ altra ci fosse stato un Foremsky in più nella serie per non retrocedere probabilmente avrebbe avuto vita più dura (voto 5). Solo note positive, invece, dal Renon. I Rittner Buam sono stati l’ autentica mina vagante del torneo e hanno messo in mostra un dispositivo tattico e giocatori molto interessanti, con un Maund superlativo.Nei quarti di finale sono stati capaci di mettere seriamente in discussione il proseguo del cammino di Cullen e compagni, e durante la stagione si sono presi diverse soddisfazioni (voto 8). Varese ha dimostrato che gli manca poco per tornare a recitare un ruolo importante nell’ Italico hockey, basta solo crederci e continuare su questa strada. Nella serie con il Bolzano è stato ad un passo dalle semifinali e, se le avesse ottenute, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Varese è una piazza storica per questo sport e noi tifiamo per un suo ritorno ai vertici (voto 7). Il Val pusteria ha disputato un onesto campionato, senza alti e bassi, con l’ unico intento di centrare i playoff. Raggiunto l’ obiettivo ha affrontato i Vipers nei quarti con la consapevolezza di non avere nulla da perdere, anche se contro l’ armata milanese non si è rivelato un vantaggio (voto 6). Per quanto concerne il Fassa bisogna dire che dalla formazione ladina di più non si poteva pretendere. L’ organico di Ivany, pur essendo di tutto rispetto, era onestamente inferiore alle squadre che lo hanno preceduto e la sesta posizione al termine della stagione è stato lo specchio fedele del suo valore. Finchè gli avversari non sono tornati al supermercato la Ivany-band è stata anche in testa alla classifica. Ma da dicembre in poi con l’ avvento degli NHLer, e qualche infortunio di troppo, le cose sono decisamente cambiate. Ha disputato un quarto equilibrato con l’ Asiago senza mai dare l’ impressione di essere inferiore sul piano tecnico-tattico (voto 7). Da Bolzano e Asiago mi aspettavo di più. Entrambe hanno fatto incetta di stelle nordamericane nel disperato tentativo di ostacolare il Milano, senza ottenere risultati di rilievo. Bisogna anche ammettere che sulla loro strada hanno trovato due squadroni come i Vipers e gli Scoiattoli, difficili da superare. Infine non ho approvato la linea di condotta della società altoatesina di autoretrocedersi in A2 mentre stava disputando le semifinali. Poco serio e poco rispettoso nei confronti dei giocatori. Per entrambe (voto 6). Discorso a parte meritano Milano e Cortina. Sono state le squadre che hanno fatto vedere le cose migliori in senso assoluto per l’ intera stagione. Se da una parte il Milano aveva l’ obbligo morale di vincere grazie al suo "tremendo" potenziale umano, dall’ altra abbiamo applaudito una squadra che ha gettato il cuore oltre l’ ostacolo per lottare fino all’ ultimo secondo dell’ ultimo minuto dell’ ultimo incontro di campionato. Davvero grandi. I Vipers hanno una organizzazione societaria senza eguali, che forse nulla ha da spartire col nostro movimento, troppo lontano da loro per mentalità gestionale e supporti economici. Mentre considero il Cortina un autentico miracolo. Pochi anni fa rischiava di sparire dalla carta geografica dell’ hockey, poi sono arrivate le persone giuste e lo hanno portato ad un passo dallo scudetto. Senza ombra di dubbio, per entrambe (voto 10).

HT: Quali sono secondo lei i giocatori che valuta come i migliori della stagione e che hanno espresso il miglior hockey?

Non scopro l’ acqua calda quando dico che la "luce" di questo campionato si chiama Matt Cullen. Un giocatore, un professionista, un fuoriclasse che si è messo al servizio della squadra con umiltà. Lui che arrivava dal dorato mondo della NHL e che avrebbe potuto guardare tutti dall’ alto al basso e invece si è distinto per generosità in campo e fuori dal ghiaccio promuovendo soprattutto la sua associazione rivolta ai bambini. Credo che Cullen rimarrà per Cortina, e non solo, un ricordo indelebile sotto il profilo del gioco e umano. Mi ha entusiasmato anche il nostro Helfer il quale, a mio avviso, sarebbe il momento che calcasse palcoscenici più prestigiosi di quello italiano, viste le sue enormi doti. In porta mi è piaciuto molto Maund. Ma ho ammirato anche giocatori come Fata, Macnevin, Cooper, Tkaczuk, Sundstrom, Luca Felicetti e De Bettin.

HT: Quale sarà secondo lei lo scenario che si presenterà all’avvio del prossimo campionato e quale dobrebbe essere la soluzione ideale?

Sinceramente non lo so, anche perchè sono pessimista. Da troppo tempo seguo questa disciplina e da troppo tempo sento solo promesse di cambiamenti mai mantenute. Manca progettualità da parte degli organi federali e non esiste una vera collaborazione tra le parti. Non credo, nonostante gli ultimi proclami della federazione, che lo scenario cambi di molto rispetto ad oggi. Credo che dovremo mangiare ancora la solita minestra. La cosa che maggiormente mi preoccupa è che le Olimpiadi hanno già bussato alla porta ma mi par di capire che tutti facciano orecchi da mercante… o forse sono davvero troppo pessimista.

HT: Vorremmo un suo commento alle prime dichiarzioni del Consigliere federale Settore Hockey, Franz Sinn rilasciate alla radio e presenti sul nostro sito (che Le riporto in calce).

Ho avuto modo di conoscere Sinn nel 1994, in occasione dei mondiali svoltisi in Italia. Entrambi curavamo i rapporti con la stampa straniera, lui a Bolzano e il sottoscritto a Canazei. Avevamo rapporti di collaborazione quasi quotidiani, facevamo il punto della situazione ogni due giorni nella sala stampa del Palaonda. Da allora non ci siamo più visti. Ho il ricordo di una persona meticolosa, pignola, che pianificava tutto, anche l’ evento o la notizia di secondo piano. Insomma un professionista sicuro di se. Conosce il mondo dell’ hockey come pochi. Leggendo quanto ha dichiarato sembrerebbe intenzionato a dare una svolta al movimento, creare un dialogo che ora non esiste. Personalmente confido nella sua amicizia con Fasel, Presidente della Iihf, perchè se la Federazione Internazionale dovesse togliere il diritto di voto all’Italia sarebbe un disastro. Mi auguro di cuore che riesca ad attuare i suoi progetti,per il bene di questo sport spettacolare e di chi lo ama. Soprattutto creare finalmente una federazione Italiana sport ghiaccio staccata dal Coni, perchè è questo il grande problema. Finchè noi non avremo una federazione autonoma, come tutti gli altri paesi, non potrà esserci programmazione seria e un vero sviluppo dell’ hockey.

HT: Mercato: indipendentemente dai nomi in quale direzione si dovranno muovere le singole società per prepararsi alla prossima stagione?

Che non facciano come tutti gli anni. Spendono e spandono (ma alla fine vince solo uno) e poi piangono perchè finiscono i fondi, per poi rispendere e rispandere ad ogni metà campionato. Meno acquisti ma più qualità e soprattutto curare i nostri giovani che sono il vero grande patrimonio delle società.

HT: Capitolo nazionale; come giudica i risultati appena ottenuti ai mondiali?

Premetto che sono ovviamente felice (come del resto tutti noi che amiamo questo sport). Credo che la vittoria del Blue Team sia, come ho già detto, figlia di questo campionato tecnicamente elevato dove i nostri ragazzi durante la stagione hanno potuto misurarsi con un hockey di livello superiore e affinare le loro qualità in vista della rassegna mondiale. Di sicuro un buon biglietto da visita in prospettiva Olimpiadi dove l’ Italia prenderà parte, non solo come paese organizzatore, ma soprattutto per diritti acquisiti sul campo. Anche se non ho condiviso e capito alcune scelte di Goulet. Ma, come avviene sempre in questi casi, chi vince… ovviamente ha ragione!!!

Ringraziamo Giorgio Pedron per la disponibilità.

Ultime notizie
error: Content is protected !!