Intervista a Johnny Lazzarotto di SportItalia

Intervista a Johnny Lazzarotto di SportItalia

HT: Alla luce dei risultati finali di questo campionato un suo commento sulla stagione appena conclusa ed una valutazione qualitativa di quanto espresso sul ghiaccio.

JL: Direi che quella appena trascorsa è stata una stagione molto positiva per l’hockey italiano. L’arrivo degli NHLer ha dato qualità, la crescita di alcuni giovani italiani ha permesso di crescere anche a livello di nazionale, con l’ottimo ritorno tra le migliori 16 al mondo nell’appuntamento iridato di Eindhoven. Stagione che si chiude con il dominio Vipers, un dominio importante ottenuto battagliando sul ghiaccio. I rossoblu hanno faticato, e non poco, contro Cortina. E questo è un segnale positivo. Segnale che la competitività è cresciuta e che quella rossoblu, è una supremazia ben lontana dall’uccidere il campionato. L’equilibrio c’è.

HT: Vorremmo un suo giudizio sulle singole squadre che hanno dato vita a questo campionato:

JL: Il Milano è una società ben organizzata e capace alla quale non mancano le risorse finanziarie. Importante e da vedere sarà l’esito della vicenda Helfer, pedina fondamentale per i rossoblu. Ma penso che il presidente Di Canossa non permetterà uno smembramento totale del roster. A Cortina si prepara la grande rivincità e la riconferma di Nilsson ne è il chiaro segnale. Gli ampezzani hanno mostrato un grande hockey, la sfida è riportare la stessa qualità senza Cullen sul ghiaccio. Asiago non ha avuto fortuna in campagna acquisti e l’aver lasciato andar via dall’Altopiano tanti giocatori importanti si è rivelato fatale. Topatigh non può essere per sempre, la riconferma di Strazzabosco e la sua definitiva conferma al ruolo di leader della squadra sarà a mio parere determinante. Il Bolzano, secondo miglior attacco della serie A, è mancato nei momenti decisivi e soprattutto si è sempre dovuto scontrare con un grande Milano. Non è stata sicuramente una stagione fortunata. Varese ha subito troppo e non è riuscito a fare il salto di qualità. Della Bella ha fatto il bello e il cattivo tempo. Pittis e Chimera sono forse mancati nel finale quando sarebbe servito maggiore sostegno. Dopo un inizio sorprendente il Fassa è tornato nei ranghi, Ron Ivany merita un roster più completo. Renon e Val Pusteria si salvano per il rotto della cuffia, l’Alleghe chiude bene salvandosi, il Torino invece subisce la cronica assenza di pubblico che nel capoluogo piemontese sembra essere il denominatore comune in tutti gli sport. Torino 2006 per ripartire; mi auguro però che sia una ricostruzione vera e propria, con la conquista della promozione in serie A, sul ghiaccio, e non ottenuta per la rinuncia del Vipiteno all’iscrizione nel massimo campionato. I verdetti della stagione si auspica vengano rispettati.

HT: Quali sono secondo lei i giocatori che valuta come i migliori della stagione e che hanno espresso il miglior hockey?

JL: Ripetitivo, ma Matt Cullen si è dimostrato essere una spanna sopra gli altri. Campione si, ma bravo a mettersi in discussione senza voler fare la prima donna. Mi è piaciuto molto anche Giorgio de Bettin, specie per la sua grinta e determinazione nel non mollare mai. Un plauso speciale, da persona affascinata dal ruolo del portiere, va a Francois Gravel. Contro le stecche milanesi, contro tutto l’Agorà, si è dimostrato forte, fisicamente ma soprattutto psicologicamente. Ha dato una grande dimostrazione di quanto è importante essere concentrati per tutta una stagione. Giovane e di belle speranze è Renè Baur, un portiere che potrebbe essere utile a molte squadre, Asiago su tutte. I portieri sbarcati sull’Altopiano non si sono dimostrati all’altezza della situazione.

HT: Quale sarà secondo lei lo scenario che si presenterà all’avvio del prossimo campionato e quale dovrebbe essere la soluzione ideale?

JL: Spero che Bolzano ci sia, spero che Varese ci sia, spero che le squadre in difficoltà economiche riescano a risolvere i cronici problemi finanziari. Creare una società manageriale come, a mio parere, stanno diventando i Vipers Milano, è l’unica soluzione possibile. Milano, Cortina e Asiago in pole position, spero di vedere in serie A il Vipiteno; ritengo necessario che vengano rispettate promozioni e retrocessioni per la credibilità del movimento. A pochi mesi da Torino 2006 l’hockey italiano si deve ricordare che avrà qualche occhio in più su di sé, l’importante è mettercela tutta e fare bella figura, a partire dal campionato.

HT: Vorremmo un suo commento alle prime dichiarzioni del Consigliere federale Settore Hockey, Franz Sinn rilasciate alla radio e presenti sul nostro sito.

JL: Il blocco NHL non penso sia, per il prossimo anno, una tragedia per l’hockey italiano. Le tragedie, o le imprese storiche, sono fatte comunque dalle società, dai giocatori, dai tifosi. Se l’NHL si ferma, sta alle società salvaguardare il tricolore del ghiaccio. Trovo comunque importante limitare il numero di stranieri dando la possibilità ai giovani di emergere e di prendersi importanti responsabilità. La federazione in questo caso attuerebbe un qualcosa di positivo. Anche le società dovrebbero capirlo. Per quanto riguarda gli oriundi accetto ma non approvo del tutto. Sono sempre stato guardingo(sportivamente parlando)nei confronti di chi non è nato in Italia ma veste la maglia azzurra. Facendo un paragone: trovo assurdo che Rebellin vada a fare il mondiale di ciclismo su strada con la maglia della nazionale Argentina, essendo italiano. Anche per l’atleta, si perde, forse, un po’di senso di appartenenza. Bene che sia la Federazione ad andare incontro alle società, non commento invece l’amicizia con la quale il presidente Sinn intende risolvere il problema federale; se davvero la soluzione del problema arrivasse per amicizia non solo l’hockey italiano, ma tutto il ghiaccio mondiale, perderebbe credibilità. Ci sarebbe il sospetto che l’amicizia poi, sia la chiave per ottenere l’organizzazione di manifestazioni, gare ed eventi, perdendo di vista il reale valore di questa o quella nazione. Dunque giusto togliere all’Italia certi diritti se non si adegua. Per serietà e correttezza, siamo poco importanti nel mondo dell’hockey, perdere ulteriore credibilità a mio parere non servirebbe. I giovani vanno valorizzati prima in Italia. Solo così potranno essere presi in considerazione. Se Pozzecco e Meneghin non avessero trovato spazio sui parquet del basket italiano che conta, mai avrebbero avuto la possibilit di assaggiare, anche se solo per i mesi estivi, l’atmosfera NBA. Se Rai, Sky e Federazione Basket non avessero trovato un accordo, mai la pallacanestro italiana avrebbe sperato di ospitare un torneo, a Roma, con squadre europee e americane. La Federazione ha un grande compito, quello di portare l’hockey nelle case degli italiani, sui pc degli americani, sulle figurine dei bambini. Rai, Sky, SportItalia, Eurosport…le possibilità ci sono, chi ha il compito non facile di portare avanti l’ice hockey si renda conto che è questo il momento per farlo al meglio. Torino 2006 è vetrina importante. Posso solo immaginare cosa comporti l’impegno di un presidente federale e di una federazione come quella degli sport del ghiaccio. Lavoro difficile, complesso, con tanti scogli e barriere, ma spero in coloro che sono stati chiamati ad operare direttamente per sviluppare l’hockey; spero davvero riescano a far diventare lo stivale, sempre più un pattino con tanto di lama affilata sotto la Sicilia, e lacci allacciati lungo tutto la costa.

HT: Mercato: indipendentemente dai nomi in quale direzione si dovranno muovere le singole società per prepararsi alla prossima stagione?

JL: L’NHL ripartirà. Cancellarla per due anni di fila significherebbe chiudere tutto, troppo rischioso, alla fine troveranno un accordo, anche se spero di sbagliarmi. Bisognerà puntare sul mercato continentale e soprattutto studiare e osservare i giovani, far crescere le future promesse. Per il futuro sviluppare l’hockey nei poli universitari. Mi vengono alla mente Trento su tutte, ma anche molte altre città dotate di università, specie al nord. Con i CUS si potrebbero iniziare dei programmi per sviluppare l’hockey e creare ancor più attenzione attorno al movimento. Mi auguro innanzitutto che il campionato riveda sul ghiaccio lo stesso numero di squadre della stagione appena conclusa.

HT: Capitolo nazionale; come giudica i risultati appena ottenuti ai mondiali?

JL: Grandi davvero, sia i maschi, sia le donne che per un’inezia hanno fallito la promozione. La nazionale, le nazionali, maschile e femminile, dovranno rivestire un ruolo importante in questa marcia di avvicinamento alle Olimpiadi. Sarà un appuntamento fondamentale per le stecche azzurre, da non fallire. Sarà dura competere con le grandi ma sarebbe importante che l’Italia si dimostrasse innanzitutto squadra come lo è stata ad Eindhoven. E’facile farlo quando le cose vanno bene, spero che il lavoro del team azzurro prosegua allo stesso modo anche quando le cose non saranno così positive. Comunque l’affermazione sulla Francia è sempre una grande soddisfazione per i colori italiani.

Si ringrazia Jhonny Lazzarotto per la disponibilità.

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