Asiago: intervista a Piercarlo Mantovani

Asiago: intervista a Piercarlo Mantovani

di Claudio Merlo

HT: Quali sono stati i maggiori pregi e difetti di un’annata sui generis per l’hockey italiano?
PM: La cosa più evidente è che è intervenuto un elemento che non era previsto all’inizio, e cioè il lockout dell’NHL. L’arrivo di questi giocatori nel nostro campionato ha cambiato non poco l’assetto di tante squadre. Anche se le cose migliori le vedremo nei play-off, il primo risultato della presenza di giocatori di tale livello è stato quello di elevare la qualità media di gioco e di garantire un discreto equilibrio tra i partecipanti al torneo. Se vogliamo trovare un neo per l’annata in corso, senza dubbio si sono ristretti gli spazi per i prodotti dei vivai locali; d’altro canto per le giovani leve potersi allenare e giocare fianco a fianco con dei veri professionisti credo sia stato importante non solo in termini di maturazione tecnica, ma anche di preparazione e di assunzione di responsabilità sul ghiaccio.

HT: Il ruolino di marcia attuale dell’Asiago quanto differisce dalle sue aspettative iniziali?
PM: Dobbiamo premettere che le cose sono cambiate in corsa: ad inizio d’anno eravamo partiti con tutt’altre idee. Il nostro era un programma di ricostruzione e reimpostazione di tutta la squadra. Strada facendo abbiamo colto le occasioni che si presentavano e abbiamo allestito un’ottima squadra, ben integrata ed equilibrata, che sia in grado di competere sino all’ultima partita.

HT: Il presidente del Val Pusteria, Roman Erlacher, ha affermato ai nostri microfoni che il massiccio inserimento di transfer-card, e di giocatori dell’NHL in particolare, ha falsato in corsa il campionato, ed ha preso proprio il caso dell’Asiago come esempio. La sua proposta è quella di chiudere il mercato un mese dopo l’inizio del campionato. Che ne pensa in proposito?
PM: Non vedo alcuno scandalo, la scadenza per il tesseramento è da due anni fissata alla fine di dicembre; tre anni fa ci siamo trovati con le liste ancora aperte a marzo fu un disguido- ed è stato giusto porre un limite temporale perché le carte non potessero essere nuovamente rimescolate in pieni play-off. Fa parte delle regole del gioco, anche il Val Pusteria poteva beneficiarne (e ne ha comunque beneficiato), ne hanno beneficiato un po tutti, a partire dal Milano che non ha certo inserito in roster delle mezze tacche. Una norma che accomuna molti campionati, non solo il nostro, basti pensare alla Svezia, alla Russia o alla Repubblica Ceca.

HT: Lobbia era considerato uno dei migliori goalie in Italia a livello giovanile, e quest’anno ha finalmente avuto modo di mettere in mostra le sue capacità. Non era forse il caso di concedergli più spazio e fargli sentire più fiducia da parte della società anche negli anni passati?
PM: Lobbia ha avuto per tre anni davanti a sé François Gravel, che è un ottimo portiere che non ha mai avuto particolari problemi né di condizione, né di salute. Quest’anno Nicola ha avuto un’opportunità e l’ha saputa cogliere: si sta comportando molto bene e non possiamo che essere soddisfatti. Non è che sia stato sottovalutato; il carpe diem vale per tutti: ci sono momenti in cui si matura e poi ci sono le occasioni che bisogna saper cogliere al volo.

HT: Ci sarà un dazio da pagare per la sbornia di quest’anno?
PM: Mi auguro di no, per quel che ci riguarda no di sicuro. Abbiamo dato a tutti una possibilità di vedere un hockey di alto livello, poi ciascuno deve fare i conti in casa propria per verificare se poteva permettersi simili acquisti o ha ecceduto negli investimenti. Il pericolo maggiore che alcune realtà potrebbero correre l’anno prossimo è quello di un calo di pubblico, legato al naturale calo di livello del prossimo campionato rispetto a quest’annata eccezionale; non credo possa essere un problema per piazze come Asiago o Milano, forse più per Bolzano.

HT: Il presidente dei Vipers, Alvise Di Canossa lamenta un tradimento delle regole da parte della federazione, cosa che potrebbe favorire nei play-off quelle squadre che possono attingere energie fresche dai farm team. Qual è il suo pensiero?
PM: Mi riservo di non rispondere a questa domanda. Non ho ancora avuto il tempo materiale per leggere con attenzione la lettera di Di Canossa; so solo che la federazione gli ha chiesto delle precisazioni in merito. Altro non so.

HT: Che tipo di campionato ci possiamo aspettare per l’anno prossimo, in base agli umori emersi dalla riunione di Sommacampagna?
PM: Federazione e società stanno ragionando per trovare una soluzione che sia valida anche per l’anno prossimo; sono convinto che ci siano buoni presupposti. Come formula non ci distaccheremo molto da quella di quest’anno ma verrà probabilmente ripensata la Coppa Italia, con un numero maggiore di partecipanti (che potrebbe includere alcuni club di A2), per sfruttare al meglio la fase preparatoria alle Olimpiadi: dovrebbe diventare un piccolo campionato nel campionato, magari con una formula a girone. Sarebbe comunque bello poter svolgere qualche partita a scopo promozionale in piazze in cui il massimo campionato al momento non arriva, tipo a Bologna o in Sicilia.
L’organizzazione del prossimo campionato non è comunque questione di facile risoluzione, perché 40 giorni di sosta sono tantissimi, ma con qualche correzione dovremmo lo stesso avere un torneo di buon livello. Non so se riusciremo a mantenere l’attuale formula a 10, mi auguro comunque non si scenda sotto al numero di 8 partecipanti; certo che uno stop totale, o un passo falso non sarebbero solo un danno per la stagione ventura ma anche per gli anni a venire. Resta comunque presto per trarre conclusioni: le società si troveranno nuovamente tra pochi giorni e speriamo che si possano fare dei passi avanti.

HT: Per quanti anni ancora Topatigh farà finta di appendere i pattini al chiodo?
PM: Secondo me Lucio vuol fare le Olimpiadi.

Ringraziamo Piercarlo Mantovani per la disponibilità.

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