HT: Ciao Jason, innanzitutto grazie per essere qui con noi.
Come prima domanda vorremmo chiederti cosa pensi della partita di questa sera.
JC: Come avrai visto non è andata molto bene… abbiamo giocato un brutto hockey e dobbiamo sicuramente rivedere insieme alla squadra questa prestazione e ricominciare a lavorare il prima possibile.
HT: Cosa credi sia mancato questa sera, o cosa credi sia andato storto?
JC: Bè, ci è mancato sicuramente un po’ di impegno, e soprattutto di determinazione, mentre loro (Renon/Ritten Sport, ndr) hanno dimostrato da subito una gran voglia di vincere.
HT: Parlando della squadra, credi che Varese sia ben bilanciata nei vari reparti? E cosa ti aspetti per le prossime partite?
JC: Sì, credo che questa sia sicuramente una buonissima squadra, in cui mi sono trovato bene da subito. Forse nelle ultime gare stiamo puntando un po’ troppo sulle individualità: questo ci ha penalizzato ed è quello cui dovremo sicuramente fare più attenzione in futuro. Per le prossime partite dovremo mostrare più solidità e giocare con molta più grinta, ed esprimendo un gioco decisamente migliore perché onestamente nelle ultime due gare abbiamo giocato parecchio male.
HT: Come mai la scelta di venire a giocare in Italia, a Varese? E del tuo ex-compagno Fernando Pisani che ha scelto Asiago che ci dici?
JC: Bè, conosco alcuni ragazzi che giocano qua e mi avevano detto dell’opportunità di venire a Varese, che tra l’altro è una città tranquilla dove vive bene; inoltre mi avevano detto che l’hockey giocato in Italia era di buon livello, ed ora posso confermarlo di persona. Ho sentito Fernando, ne avevamo parlato e gli avevo buttato lì l’idea di venire qui, ma poi ha scelto Asiago.
HT: Ora qualche domanda sulla tua carriera fino ad oggi.
Cosa è significato per te nascere e crescere ad Edmonton, e poi far parte di quegli Edmonton Oilers che sono una delle franchigie di hockey più famose ed importanti del mondo?
JC: Bè, sai… in Canada è un po’ il sogno di tutti i ragazzi che giocano a hockey poter vestire la maglia della squadra della propria città. Per me il sogno si è avverato: sono cresciuto nato e cresciuto ad Edmonton e negli ultimi due anni ho avuto l’opportunità di vestire la maglia degli Oilers, e questa è sicuramente una cosa che non dimenticherò mai.
HT: Torniamo indietro a poco più di un anno fa. Lo scorso novembre ad Edmonton ha avuto luogo uno degli eventi più importanti nella storia dell’hockey professionistico, la “partita all’aperto” (‘Molson Canadian Heritage Classic’ 22 novembre 2003 @ Commonwealth Stadium, Edmonton, AB, ndr) tra Oilers e Habs, e tu eri parte della franchigia di casa: quali le tue sensazioni su questo evento così toccante?
JC: E’ stato davvero incredibile… pensa che era così freddo che sembrava di giocare in alcuni piste italiane (risata di JC, ndr)… a parte gli scherzi, è stata un’esperienza indimenticabile: giocare dinanzi a più di 50.000 e in quel gran freddo è stato unico, come la grande passione per questo sport dimostrata da tutti i fans presenti.
HT: Ultime due domande.
La prima, ovvia, riguarda il lock-out: data la situazione attuale delle negoziazioni tu credi che la Lega e l’Associazione dei Giocatori possano trovare un accordo in tempi brevissimo o siamo davvero a rischio di cancellazione dell’intera stagione?
JC: Molto onestamente, non so che dire. Al momento non vedo grandi possibilità, ma più di tanto non so davvero dirti.
HT: Capisco… ultimissima domanda, doppia: nella tua carriera, chi consideri come miglior giocatore tra quelli con cui hai giocato, e tra quelli che hai affrontato da avversario?
JC: Il migliore con cui ho giocato finora è Ryan Smyth (Captain Canada, ndr) senza ombra di dubbio; il migliore contro cui ho giocato… direi Modano, sì: Mike Modano.
HT: Ok, grazie mille Jason e in bocca al lupo per la tua avventura e il tuo futuro.
Ringraziamo Jason Chimera e la AS Mastini Varese Hockey per la disponibilità