HC Torino: Intervista a Taras Foremsky

HC Torino: Intervista a Taras Foremsky

di A. Seren Rosso:

Hockey Time: Abbiamo appena visto l’inaugurazione di una pista da pattinaggio, cosa ne pensi?

Taras Foremsky: Mi è piaciuta molto, è molto bella ed è un’ottima cosa il fatto che sia stata realizzata proprio nel centro della città, in un luogo centrale e facile da raggiungere.

HT: In questa pista penso che molti bambini inizieranno a pattinare… Ma nella tua città di nascita, Calgary, quanti impianti di questo tipo esistono?

TF: Mah io penso che ce ne siano più o meno cento, sia all’aperto, sia al coperto. Anche a Calgary qualche pista è stata costruita in previsione delle Olimpiadi Invernali, comunque penso che ce ne siano circa settantacinque all’aperto e venticinque al chiuso e, soprattutto nelle piste al chiuso, si può sia pattinare sia giocare a hockey su ghiaccio.

HT: Spostiamo la nostra attenzione all’Hockey Club Torino: ti trovi bene all’interno della squadra, sia dentro che fuori dal ghiaccio?

TF: Certamente! (Sorride come per sottolineare la risposta) Questa è solo la mia prima stagione in Italia e mi diverto tantissimo a giocare per il Torino. Mi piace anche come gioco. Inoltre abbiamo un ottimo gruppo e stiamo migliorando molto, stiamo facendo sempre meglio.

HT: Hai appena detto che siete un ottimo gruppo e si vede anche da come vi comportate sul ghiaccio. Ma come si concilia questo con il fatto che all’interno del vostro gruppo sono rappresentate molte nazioni diverse?

TF: Il segreto è che tutti parliamo un ottimo inglese, tutti…anche i ragazzi svedesi e i finlandesi…tutti lo parliamo molto bene e sul ghiaccio parliamo solo in inglese. Anche il coach Massimo Da Rin parla in inglese, e anche lui lo parla bene. Inoltre in questo modo io e i ragazzi come me che parlano solo inglese e non capiscono una parola di italiano, come Wade (Winkler, difensore dell’HC Torino Bulls, ndr), sono molto facilitati. E comunque a parte questo siamo un ottimo gruppo anche fuori dal ghiaccio e penso che il fattore chiave sia il fatto che siamo sempre onesti tra di noi.

HT: Prima di trasferirti in Italia, cosa pensavi dell’hockey italiano? Purtroppo sono cosciente del fatto che l’hockey italiano non è molto popolare all’estero perchè, siamo onesti, il livello negli anni passati non era poi così alto.

TF: Allora…innanzitutto per me venire a giocare in Italia è stata una grossa chance. L’anno scorso ho giocato in Germania ma giocare qui in Serie A è molto molto meglio, per diversi fattori. Il livello dell’hockey si è alzato molto e il fatto di avere giocatori provenienti dal campionato NHL, come per esempio a Milano e a Bolzano, ha fatto fare al livello dell’hockey italiano un enorme passo avanti. E’ ovvio che se non ci fossero giocatori NHL nelle altre squadre noi saremmo favoriti, però penso che sia meglio così, sia per l’hockey italiano, sia per noi che abbiamo la possibilità di giocare contro giocatori e squadre molto forti. Inoltre questo è il mio migliore anno in assoluto.

HT: Com’è stata la tua carriera prima di approdare in Italia?

TF: E’ stata soprattutto di alti e bassi. Ho giocato un anno in NCAA ma per me è stato un anno decisamente da dimenticare. Poi ho giocato nella East Coast Hockey League dove ho firmato il mio primo contratto da professionista, a 22 anni. Poi ho giocato in Germania e poi finalmente qui in Italia.

HT: Tornando all’Hockey Club Torino, purtroppo dando un’occhiata alla classifica la squadra è al fondo della lista. Qual è il problema?

TF: Bè uno dei problemi più grandi è che siamo una squadra molto molto giovane. Poi un altro grosso problema è che noi abbiamo una squadra molto piccola numericamente parlando e possiamo contare soltanto su tre linee, contro le quattro che normalmente schierano le altre squadre. Noi però giochiamo sempre duro e possiamo migliorare ancora di molto, però dobbiamo dare il 100% tutte le partite. Soltanto dando il 100% sempre si può ottenere qualcosa.

HT: Penso che un grosso problema inoltre siano le trasferte, è dura fare ogni volta 600 chilometri per giocare, quando tante altre squadre ne fanno quaranta; e comunque in casa il record non è male.

TF: No infatti. Il problema è che non è facile viaggiare per sette ore e poi scendere sul ghiaccio, infatti tante volte impieghiamo due periodi per entrare in partita e quindi alla fine è troppo tardi. E comunque la nostra scarsa esperienza non ci aiuta, anche perchè qua in Italia il pubblico si fa sentire, è stato davvero difficile giocare a Milano, contro una squadra forte e con un grande pubblico, un grande tifo. Queste partite per noi sono davvero difficili anche perchè noi essendo giovani e con poca esperienza ci impressioniamo abbastanza facilmente.

HT: E per quanto riguarda le partite in casa? Anche se la risposta del pubblico non è sempre imponente, la squadra spesso si comporta molto bene.

TF: Si, basta pensare per esempio alla partita contro il Renon. E’ sempre bello giocare in casa, abbiamo un bell’impianto, piccolo in modo da non disperdere il tifo, ed è più bello e più facile giocare davanti a persone che ti apprezzano e che ti incitano. Penso che a Torino ci sia un’ottima tifoseria.

HT: Va bene Taras…ultima domanda. Il prossimo anno?

TF: Per me o per la squadra?

HT: Entrambi.

TF: Mi piacerebbe tantissimo tornare perchè amo l’Italia e non solo per l’hockey. E poi non dimentichiamoci che il prossimo anno ci saranno le Olimpiadi. Sì, posso dire di voler restare a Torino, perchè è una città bellissima in cui mi trovo molto bene. Spero che anche i miei compagni pensino la stessa cosa, perchè solo così possiamo costruire qualcosa: basta pensare a Daniel Brolin che è il secondo anno che gioca qui.

Si ringrazia Taras Foremsky e la società HC Torino per la disponibilità.

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