HockeyTimeInItaly: Mitch Lamoureux

HockeyTimeInItaly: Mitch Lamoureux

di a.te.

Si stavano disputando le Olimpiadi di Albertville, quando l’Alleghe chiamò, in sostituzione dell’infortunato Busillo, il centro canadese Mitch Lamoureux. Proveniente dallo Zell Am See, dove con l’ex saimino Mark Johnson aveva disputato Alpenliga (18 partite, 20 goal e 17 assist) e campionato austriaco (24 partite con 16 goal e 27 assist), il suo era un ritorno nel campionato italiano, avendo già giocato, nella stagione 88/89, 8 partite (con 9 goal e 8 assist) con la maglia dell’Asiago.

“Sono stati momenti fantastici quelli che ho passato in Italia – afferma Lamoureux – la gente è splendida, il cibo ottimo e anche l’hockey non era niente male. Io e la mia famiglia abbiamo dei bellissimi ricordi”.

Ad Alleghe giocò le ultime partite di regular season e i playoff (11 partite, 12 goal e 11 assist), eliminato poi in semifinale dal Milano WM. Piccolo fisicamente (1.65 per 78 kg), ma dotato di grande tecnica, il centro, nativo di Ottawa, aveva più volte calcato il palcoscenico della NHL con le maglie di Pittsburgh e Philadelphia:

 “E’ stato davvero un sogno che si è avverato. Ci speravo sin da quando ho cominciato a giocare ad hockey. Non ho giocato molto in NHL ma sono contento del fatto di esserci riuscito”.

70 partite con i Penguins (11 goal e 9 assist), al fianco di Mario Lemieux, “assolutamente il più grande, uno di quelli, insieme a Yzerman, Fedorov, Sakic ed Hejduk, che ancora mi divertono”, 3 partite con i Flyers nella stagione 87/88 e poi tanta AHL, con qualche apparizione in Europa. Premiato come miglior rookie della AHL (Dudley Garret Award) nel 1983, vincitore della Calder Cup nel 1987/88 con gli Hershey Bears, Lamoureux ha chiuso la sua carriera pro a 37 anni nel 1999.

“Sono molto soddisfatto di aver giocato 17 anni a questi livelli. Nella mia ultima stagione ho vinto il Fred T. Hunt Award, come giocatore che meglio interpreta lo spirito dell’hockey. Voleva dire che avevo ancora molto da dare all’hockey”.

Pochi mesi da ex-giocatore e poi la chiamata della UHL, per ricoprire il ruolo di Vice Presidente e Responsabile Operativo. In controtendenza, rispetto a molti, Lamoureux considera positivo l’ampliamento della NHL

“Non penso che il fatto che adesso ci siano 30 squadre possa portare a saturare il mercato e ad impoverire le altre leghe. Ci sono molti giocatori europei che hanno portato velocità e tecnica e hanno modificato un po’ il modo di giocare. Quello che noto è che ogni anno c’è un miglioramento. La NHL stimola le altre leghe a diventare più competitive”.

Per le squadre che attualmente affrontano problemi finanziari, propone la soluzione del salary cap “In questo modo i giocatori vengono pagati per quello che danno e non per quello che hanno dato”, oltre ad un coinvolgimento sempre maggiore dei media “Con la tecnologia che c’è adesso, l’hockey è, secondo me, molto appetibile televisivamente. Avere ampie coperture televisive non solo garantisce un ritorno economico, ma crea anche un grande indotto, stimolando l’attenzione del pubblico”.

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