Fassa – Cortina: il commento

Fassa – Cortina: il commento

di Silvano Ploner

ALBA DI CANAZEI – Fassa e Cortina si sono affrontate al Gianmario Scola con la consapevolezza che per entrambe la vittoria avrebbe significato riagganciare il Milano in testa alla classifica. L’agonismo e la voglia di vincere non sono di certo mancate sul ghiaccio, ad uscire protagonista lungo tutta la partita e in special modo nel primo tempo è stato però il nervosismo e questo a discapito del bel gioco, una qualità che sia i ragazzi di coach Ivany che quelli dell’omologo Nilsson hanno dimostrato sin qui essere la loro arma migliore. Davanti ad un pubblico finalmente caldo e numeroso, con una nutrita presenza di tifosi ampezzani particolarmente ottimisti nello sventolare già a Novembre bandiere tricolori, oltre alla folta schiera di ultras nostrani, quasi tutti under 20, bardati di sciarpe e armati di kit completo da stadio con tamburi, sirene, trombe e quant altro, il primo tempo si è aperto con il Fassa maggiormente a proprio agio sul ghiaccio di casa e smanioso di portarsi subito in vantaggio. Allo stesso tempo Margoni e company sono attenti a limitare le offensive ospiti e soprattutto ad innescare nella testa del “marziano” Cullen un meccanismo di autolesionismo perverso. Basta una leggera provocazione, un’entrata appena più decisa, una parola di troppo non richiesta e l’americano volta l’attenzione dalla partita alla sfida personale prima con Mc Nevin e poi col gigante canadese Rymsha. Per tutt i primi venti minuti il gioco rimane contratto e spezzato in continuazione. Finiscono in panca puniti nell’ordine Rymsha, Signoretti Mc Nevin e Costantino per il Fassa, Cullen,Boman, Strom, Lennartsson e Gravel (scontata da Ghedina), per il Cortina. I Trentini potrebbero passare al 16’ quando pur godendo di una doppia superiorità numerica non riescono tuttavia ad andare a segno e dimostrando ancora scarso cinismo nel gestire le situazioni di power play. Il gol fassano arriva però poco più tardi. Signoretti assistito ottimamente da Rochefort fa partire uno slap- shot dalla linea blu, Rymsha sfiora quanto basta per mettere fuori causa Gravel e muovere il tabellone al 19’52. Al suono della sirena, mentre le squadre attraversavano il ghiaccio per l’intervallo si accende un parapiglia che nel giro di pochi secondi vede tutti gli uomini sul ghiaccio, ben attenti nel non mandarsele diplomaticamente a dire. Gli attivisti maggiormente sugli scudi risultano essere Gobbo (che alla fine se ne andrà piegato) da una parte e Galeazzi dall’altra. La pista ben presto si trasforma in un crogiuolo di stecche e guantoni sparsi un po’ dovunque. Solo dopo alcuni minuti incandescenti il signor Pianezze riesce a far rientrare le squadre e i bellicosi propositi negli spogliatoi, dove poi vi rimarranno Gobbo e Galeazzi sanzionati con la penalità partita. Il drittel centrale concede qualcosa di più alla manovra e astratti si vedono azioni dinamiche e costruite, con i padroni di casa che nei primi dieci minuti vanno più volte vicini al raddoppio e l’occasione più ghiotta capita sulla stecca di Planchensteiner che solo davanti a Gravel non trova però la porta. Dal tredicesimo al diciannovesimo si vede in campo il Cortina che tutti si aspettavano, ed è una squadra che quando trova una sua precisa identità mette davvero in difficoltà tutti. Cullen, ricordandosi da dove viene, comincia a distribuire dischi preziosi come zucchero filato al luna park e gli altri allegramente si mettono al suo fianco facendo il possibile. I trentini soffrono la pressione dei veneti pur riuscendo con una certa frequenza a ripartire in contropiede. Il forcing ampezzano porta al pareggio di Strom, bravo ad infilare Carlsson al 18’44. Nell’ultima frazione di gioco a salire in cattedra è la terna arbitrale. Numerose le decisioni dubbie, su tutte un gol annullato a Rochefort per aver spinto in rete il puck con il bastone alto e una penalità di 2+10 a Iori per carica scorretta, oltre a numerose indecisioni nel ravvisare i fuori gioco. Fatto sta che il direttore di gara e i suoi giudici di linea hanno dovuto subire i fischi di entrambe le tifoserie. Per il resto Fassa e Cortina, hanno dimostrato di essere due ottime squadre, in salute e sostanzialmente molto simili in campo. E il pareggio nasce proprio da questa somiglianza, già emersa all’andata nel 2 a 2 dell’olimpico.

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