Fassa: intervista a Ron Ivany

Fassa: intervista a Ron Ivany

Di Silvano Ploner

Se il Fassa dopo tre giornate di campionato guida la classifica in solitaria con 5 punti, gran parte del merito va sicuramente attribuito al suo allenatore Ron Ivany. Per il secondo anno consecutivo sulla panchina dei ladini, il coach nordamericano ha dato alla squadra un’impronta ben precisa, la dinamicità di un gioco basato sulla freschezza fisica e l’applicazione tattica sono le armi migliori di un Fassa che si ritrova lassù in cima con pieno merito. Un risultato questo che fa vedere come l’armonia tra giocatori tecnico e staff possa portare dei risultati di spessore consentendo allo stesso tempo di mantenere dei bilanci sani per permettere al club di navigare in acque tranquille.

Hockeytime: Ron, qual è il segreto della partenza a razzo del Fassa?

Ron Ivany: Non c’è nessun segreto. Possiamo contare su un gruppo buono e già collaudato, infatti abbiamo cambiato molto meno di altre squadre. E poi Cortina a parte, finora abbiamo incontrato squadre più indietro di noi sul piano della preparazione.

HT: Pensa che possiate rimanere a lungo ai vertici?

RI: Io credo che Milano, Bolzano e Asiago, squadra che affrontiamo stasera, stiano ancora perfezionando i loro meccanismi e l’inserimento dei nuovi giocatori, per questo magari hanno avuto qualche inceppo in queste prime giornate, presto però si faranno sotto e poi affrontarle sarà davvero dura.

HT: A cominciare dall’Asiago.

RI: La partita di questa sera non sarà facile per noi. Loro possono contare su tre linee d’attacco veramente forti con Dallen, Omicioli, Fata, e altri giocatori in grado di fare la differenza. Noi ce la giocheremo come abbiamo sempre fatto motivati più che mai per non perdere il primato.

HT: All’Odegar senza Margoni e Ivany ancora fuori per squalifica. Un bel problema?

RI: Un problema, perché se è vero che la mia assenza non incide più di tanto, dato che non sono io a scendere in campo, quella del capitano è una defezione pesante. Stefano ha cominciato molto bene dimostrando di aver risolto pienamente i probemi al ginocchio e con lui la seconda linea d’attacco acquista un potenziale sicuramente maggiore.

HT: Sembra che non riusciate a segnare sfruttando la superiorità numerica. Come lo spiega?

RI: Quando hai l’uomo in più per concretizzare devi riuscire a mettere sul ghiaccio qualche energia ulteriore e i nostri difensori sono spesso stanchi in quei frangenti. Stiamo lavorando per migliorare in queste situazioni e l’arrivo di Gorge può sicuramente esserci utile.

HT: Ah già Gorge Halikidis il primo canadese con passaporto greco a giocare in Italia. Lo conosce già?

RI: L’ho visto ai tempi in cui facevo il talent scout per Minnesota (squadra che milita in N.H.L.), è un buon difensore dotato di capacità di impostazione e intelligenza tattica. Ci tornerà utile.

HT: Capitolo arbitri. Come li giudica da questo avvio di campionato?

RI: Gli arbitri fanno il loro mestiere, credo però che un problema sia costituito dal fatto che mancano dei supervisori presenti durante le partite col compito di coordinare unitariamente le direzioni di gioco da parte di tutte le terne. Facendo il confronto poi con altre leghe di differenti paesi, mi sembra che qui da noi gli arbitri infliggano con eccessiva leggerezza delle penalità e delle squalifiche pesanti. Questo è un grosso problema che condiziona negativamente il livello di gioco e il cammino in campionato da parte delle società che, non dobbiamo dimenticare, investono soldi importanti in questo sport.

HT: Contento del gruppo a sua disposizione?

RI: Sì i miei ragazzi lavorano bene con impegno e mantenendo i piedi per terra…

HT: …Soprattutto la prima linea con Felicetti-Rymsha e Rochefort ha fatto vedere buone cose.

RI: Questi tre ragazzi se continuano così possono diventare uno degli attacchi più pericolosi della liga, ma vedrete che un po’ alla volta anche gli altri blocchi cresceranno, perché siamo ancora lontani dal top della condizione.

HT: Dispiaciuto per non avere in roster neanche uno dei disoccupati eccellenti della lega nordamericana?

RI: Non sono dispiaciuto, perché se è vero che questi giocatori di scuola N.H.L. sono grandissimi elementi, bisogna però pensare e vedere se gente abituata a guadagnare anche due milioni di dollari a stagione viene qui per poche migliaia di euro con l’intento di dare il 100% sul ghiaccio o per fare una vacanza, vedere il bel paese e ogni tanto mettere i pattini per divertirsi e divertire.

HT: I risultati sembrano darle ragione, lo sapeva che il suo D.S. l’ha definita un santone della panchina?

RI: Questa mi giunge nuova, comunque avere l’appoggio della società fa piacere e permette di lavorare tranquillamente. Noi dobbiamo solo continuare il cammino intrapreso e sono convinto che ci possiamo togliere delle belle soddisfazioni da qui alla fine del campionato.

Si ringrazia Ron Ivany e la Società Shc Fassa Levoni per la disponibilità.

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