NHL/NHLPA: sciopero quasi sicuro

NHL/NHLPA: sciopero quasi sicuro

di Dario Chiarini:

Il Collective Bargaining Agreement (CBA) tra la NHL ed il sindacato dei giocatori (la NHLPA) scade il 15 settembre e tra oggi e domani non ci sono riunioni in programma.
La NHLPA ha presentato la sua seconda proposta il 9 settembre con le proprie ipotesi e soluzioni per risolvere il problema degli alti costi. La prima è stata presentata – e rifiutata – 15 mesi fa e quest’ultima propone più o meno gli stessi cambiamenti alla CBA.
La NHL ed i proprietari delle squadre vogliono principalmente una riduzione degli stipendi, dichiarando che questo è l’unico modo di poter guadagnare e sostenere la lega. Il medio stipendio di un giocatore della NHL è cresciuto da $733,000 nel 1994-95 a $1.83 million nel 2003-04. Ovviamente gli introiti della NHL sono cresciuti anche se la lega accusa una pardita di quasi $300 million nella stagione 2002-03 (fonte tsn.ca).
La NHLPA, invece, vuole continuare con il "free market system" in cui un giocatore può negoziare il suo propio contratto senza limitazione. Si potrebbe ipotizzare che questa sistema ha diviso la NHL tra i "big market teams" tipo Toronto, New York e Detroit ed i "small market teams" tipo Calgary, Carolina e Buffalo. Anche se un cosidetto small market team – Tampa Bay – ha vinto il campionato, molte squadre non hanno i fondi per poter acquistare i giocatori migliori.
Tali squadre (e la NHL) vogliono, oltre alla riduzione dei stipendi, anche un "salary cap" che consiste in un tetto sulla massa salariale di ogni franchigia. Il salary cap è forse l’ostacalo più grande tra la NHL e la NHLPA. Il sindicato ha detto sin dall’inzio che un “salary cap” non è una possibilità da prendere in considerazione mentre la NHL afferma invece che senza tale tetto salariale più della metà delle squadre continuerebbero ad accumulare debiti dovuti in massima parte al monte stipendi che ormai sfiora il 75% del fatturato di ogni singola squadra.
Entrambi i contendenti hanno proposto varie alternative; Un esempio è la “luxury tax” nel caso in cui una squadra superasse un certo limite economico nel pagamento degli stipendi ma anche questa opportunità non viene presa in considerazione in quanto giudicata dalla NHLPA come un’altra forma di tetto salariale.
Intanto però i proprietari delle franchigie si sono preparati al peggio risparmiando $300 millioni in caso di sciopero per la stagione 2004-2005 non rinnovando contratti con giocatori prestigiosi.
Molti di loro infatti hanno annunciato progetti per giocare in Europa. Grandi nomi come Peter Forsberg, Joe Thorton e Mats Sundin hanno affermato che giocherebbero in Europa se fosse uno sciopero. Altri, Dominc Hasek e Jason Spezza per citare i più noti, sono disposti a giocare anche nella AHL.

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