Intervista esclusiva a John Chabot

Intervista esclusiva a John Chabot

di Arturo Bragagna e Ste’

Abbiamo raggiunto telefonicamente uno dei migliori giocatori, se non addirittura il migliore mai visto sui ghiacci Italiani. I suoi assist Divini sono ancora oggi nella memoria dei tifosi, concluse un’incredibile stagione mettendo a segno 108 punti. Solo la follia di un certo Ted Sator dice che non c’é spazio per lui in una squadra perfetta come la sua, e l’Indiano emigra in Germania in quel di Berlino.

Ciao John, credimi è un’emozione incredibile parlare con te, ero ragazzino quanto deliziavi la platea del Forum con le tue finte e il tuo spettacolare modo di giocare. Come stai?

John Chabot:”(ride)…credevo nessuno si ricordasse più di me in Italia. Io sto’ bene, sono molto di corsa in questo periodo però quattro chiacchere con voi le faccio molto volentieri.”

Di cosa ti occupi adesso che hai smesso di giocare?

“Fino alla scorsa stagione allenavo la mia prima squadra, quella dove sono cresciuto, gli Olympiques, anche quest’anno abbiamo vinto il titolo in QMJHL, non compaio più nello staff ma aiuto ad allenare i ragazzi. Abbiamo un bel nucleo di giocatori, a volte devo calmare il loro eccessivo entusiasmo, ma é la loro età ed é giusto che sia così. Lavoro anche come procuratore di alcuni giocatori, principalmente per la Germania.”

Segui ancora l’hockey Italiano?

“Poco, però sono estremamente felice per il terzo titolo consecutivo della SAIMA, sono veramente felice che qualcuno abbia fatto rinascere la squadra e gli abbia dato la sua giusta dimensione. Milano é sempre nel mio cuore, giocare con quella maglia e per quei tifosi é un’esperienza unica, si viveva un’atmosfera particolare che ti sapeva caricare, come dimenticare la vittoria contro i Finlandesi, peccato non aver vinto nulla però ci siamo andati vicini. Poi purtroppo la chiusura della squadra, la restante esperienza Italiana invece l’ho cancellata nel mio cuore rimarrà solo la SAIMA e i suoi tifosi, loro sono da NHL. Io ho giocato in NHL, in Germania e in Svizzera ma qualcosa come Milano e il suo tifo non esiste in tutto il mondo per loro l’hockey é Religione, quando raccontavo ai miei compagni di squadra in Germania tutto questo non ci credevano, poi un giorno i tifosi del Milano sono venuti a trovarmi e i miei compagni erano increduli. Pensavano una cosa del genere potesse verificarsi solo nel calcio, tutti quei tifosi solo per me. Fantastici delle ottime persone.”

Lo Chabot-day rimase storico.

“(ride) L’hanno chiamato così ? (ride) Anche in Germania ebbi un’ottima esperienza ma mai quanto in Italia, credimi non lo dico perché siamo al telefono noi e per la tua intervista ma l’esperienza di Milano fu troppo breve, una grande, grandissima esperienza. Ho pensato più volte di terminare la carriera a Milano e ho cercato di farlo ma purtroppo è stato impossibile.”

Tornando all’hockey giocato cosa ci dici della recente vittoria nel Campionato Mondiale del Canada?

“L’ho vista in TV abbiamo vinto meritatamente, perché non abbiamo mollato nemmeno sotto di 2 reti, rimanendo calmi e giocando come sappiamo fare. Poi la casa dell’hockey é il Canada ed é giusto che il titolo rimanga qui. Adesso bisogna concentrarsi sul prossimo Mondiale che sarà importante come preparazione alle Olimpiadi del 2006, anche quelle devono essere Canadesi, qui la gente ci tiene tantissimo.”

Grazie John per l’intervista

“Grazie a voi m’ha fatto piacere, salutatemi i tifosi della SAIMA, abbraccio tutti, i migliori per cui abbia mai giocato, spero di venire a trovarvi presto sarebbe un’emozione incredibile per me, grazie ancora e se vorrete richiamarmi sono qui.”

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