HT: Alla luce dei risultati finali di questo campionato un suo commento sulla stagione appena conclusa ed una valutazione qualitativa di quanto espresso sul ghiaccio.
AO: Nella prima parte della stagione il torneo aveva già avuto una sua fisionomia ben definita. Forse 15 squadre erano effettivamente troppe e ben presto il risultato di alcune partite era già scontato. La seconda parte è stata sicuramente più competitiva e credo che i playoff abbiano comunque espresso i reali valori tecnici della stagione.
HT: Vorremmo un suo giudizio sulle singole squadre che hanno dato vita a questo campionato:
AO: Milano e Asiago erano sicuramente le squadre più forti. Il Bolzano ha pagato una certa fragilità mentale e la poca incisività dei proprio stranieri. Il Cortina è stata la sorpresa positiva del campionato grazie soprattutto alle ottime scelta compiute in fase di mercato, scelgiendo giocatori stranieri che hanno saputo valorizzare anche gli italiani. Il Fassa ha mostrato cose interessanti soprattutto grazie al lavoro di Ron Ivany in fase tattica. Credo che la vera delusione del campionato sia stato il Torino. Aveva un paio di giocatori interessanti e li ha stranamente ceduti, sostituendoli con elementi di minore qualità, e penso che anche il non aver avuto una vera e propria pista "di casa" abbia giocato un ruolo importante. Il resto delle squadre ha fatto il proprio dovere secondo le loro reali potenzialità, anche se forse squadre come Varese e Brunico avrebbero potuto fare qualcosa di più anche se il loro campionato resta positivo. Bisogna comunque fare un complimento a tutte le squadre perchè l’agonismo e la voglia di fare non è mai mancata a nessuna delle partecipanti.
HT: Qual è secondo lei il giocatore che valuta come il migliore della stagione e che ha espresso il miglior hockey?
AO: Per la squadra in cui giocava è stato Rickmo del Cortina. Lo svedese è stato decisivo per la corsa ai playoff e nella serie con il Bolzano.
Se devo dare un nome per le squadre che sono arrivate fino in fondo dico Scott Beattie perchè quando è stato integro fisicamente ha sempre fatto qualcosa di importante per la squadra.
HT: Come giudica l’iniziativa federale di dare vita il prossimo anno ad un campionato a 10 squadre e cosa si aspetta da essa?
AO: 10 squadre credo sia il numero ideale per avere un torneo che possa proporre sfide sempre interessanti e con un certo equilibrio tecnico. Il Milano non ha mai ammazzato il campionato nonostante quello che si è sempre detto ad inizio di ogni stagione e quindi la stagione regolare potrebbe essere già interessante. Dalla Federazione mi aspetto un po’ di cose. La prima cosa è sicuramente una programmazione tecnica più chiara e strutturata per la Nazionale. Una certa visibilità sui media, puntando soprattutto sulla Tv visto che ormai ci sono parecchi canali tematici che possono dare spazio all’hockey e per finire una presa di posizione più ferma su quello che succede durante il campionato, soprattutto per quel che concerne certi episodi che portano a decisioni disciplinari piuttosto importanti.
HT: Mercato: indipendentemente dai nomi in quale direzione si dovranno muovere le singole società per prepararsi alla prossima stagione?
AO: E’ presto per dirlo. E’ vero che il mercato potrà avere un’apertura verso est ma è altrattanto vero che le regole sono ancora piuttosto nebulose. L’eventuale sciopero della NHL è un fattore importante ma non solo per l’Italia, che comunque ha potenzialità economiche tutte da scoprire rispetto alle altre nazioni. Germania e Svizzera non possono buttarsi sui giocatori NHL che sarebbero a disposizione durante la chiusura perchè le licenze sono fisse e le varie squadre non possono ingaggiare un NHL per solo pochi mesi e non avere poi la possibilità di sostituirlo. In Italia ci sono diverse realtà e questo credo sia già un chiave di lettura importante.
HT: Capitolo nazionale; come giudica i risultati appena ottenuti ai mondiali?
AO: Coach Goulet ha fatto la scelta giusta ma politicamente scorretta. Ha chiamato i migliori giocatori del campionato, mancava il solo Leo Insam, senza alcun distinguo fra oriundi e italiani. Il secondo posto è da considerarsi un buon inizio di un progetto sulla quale bisogna continuare a costruire. Goulet ha visto molti giocatori e conosce già le loro potenzialità ma l’ultima spinta deve venire comunque dalla Federazione. Non è possibile che prima di un Mondiale non si riesca ad organizzare un paio di amichevoli per tenere "caldi" i giocatori che sono usciti dai playoff. Il secondo posto di Danzica è frutto forse di questo fatto anche se credo sia da considerarsi un ottimo risultato, guardando anche a quanto fatto lo scorso anni in un girone più difficile (Norvegia e Francia non sono certo come Corea e Romania…) dove però non abbiamo lasciato traccia dal punto di vista tecnico.
Visto che sono stato in Polonia a vedere l’Italia mi chiedo una cosa. Se per caso avessimo vinto il girone chi ci avrebbe rappresentati istituzionalmene al momento della premiazione visto che, a parte l’inossidabile Talamini (Team Leader azzurro), non c’era nessuno federale?
HT: Crede che la presenza della squadra torinese nella massima serie nazionale possa essere un incentivo per il nostro movimento in vista delle Olimpiadi?
AO: Credo che prima di tutto debba essere lo stesso Torino a rendersi credibile agli occhi del movimento, facendo scelte ponderate in chiave di mercato e cerare di essere più chiaro nelle proprie scelte. Come può crescere una squadra che gioca a Pinerolo e non a Torino? E’ vero che gli impianti non ci sono ancora ma una soluzione si deve trovare, anche per coinvolgere maggiormente la città.
Ringraziamo Andrea Oreti per la cortesia