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Rod Hinks: il masterround non è facile, affrontiamo squadre che giocano molto compatte, sono disposte molto bene sul ghiaccio ed hanno dei buoni schemi.
Hockeytime: dove può arrivare il Merano quest’anno?
Rod Hinks: possiamo arrivare tra le prime quattro.
Hockeytime: lo scudetto chi può vincerlo secondo te?
Rod Hinks: penso che sia senza dubbio favorito il Milano. Hanno un bel collettivo e giocano ormai a memoria.
Hockeytime: ad uno dei migliori attaccanti del campionato non possiamo non chiedere qual è il portiere più forte che ti sei ritrovato di fronte…
Rod Hinks: uno dei portieri migliori è il nostro, Klemen Mohoric, mentre un altro molto valido è Gravel dell’Asiago.
Hockeytime: i tifosi ti considerano il miglior giocatore della squadra ed uno dei migliori attaccanti stranieri giunti a Merano negli ultimi anni, non puoi che essere soddisfatto del tuo rendimento fino ad ora!
Rod Hinks: certo che lo sono, mi trovo bene a Merano, abbiamo una buona squadra, un ottimo allenatore ed i nostri tifosi sono fantastici.
Hockeytime: come mai nel nostro campionato ci sono così tanti giocatori canadesi secondo te? Il vostro hockey ha degli aspetti simili al nostro e l’adattamento è più semplice per voi?
Rod Hinks: in una certa misura è vero, anche se da noi il campo da gioco è più piccolo e questa è già una bella differenza. Penso che sia da voi che da noi la componente fisica del gioco dell’hockey sia molto marcata e quindi per noi canadesi è facile inserirsi.
Hockeytime: parliamo di te e ripercorriamo le tappe della tua carriera. Sei stato draftato dai New York Islanders nel 1993 ma non sei mai riuscito ad esordire in NHL. E’ un grosso rimpianto per te oppure sei soddisfatto di quello che sei riuscito ad ottenere dall’hockey?
Rod Hinks: sono ampiamente soddisfatto. Anche se non ho mai avuto la fortuna di giocare nella NHL, sono contento della mia carriera da giocatore.
Hockeytime: arrivi per la prima volta in Italia nel 1995 con il Fassa, torni per un anno oltreoceano e nel 1997 sei al Gardena. Poi passi a Vienna, ma disputi l’Alpenliga e rimani comunque a stretto contatto con l’hockey italiano. Seguono Phoenix, Riesersee in Germania, Sierre in Svizzera, 13 partite a Vipiteno e Villach in Austria. Da quest’anno sei di nuovo in Italia. Nel frattempo sono cambiate tante cose soprattutto in negativo, gli spettatori e l’interesse per l’hockey in generale è calato. Ti sembra che il livello sia diminuito così tanto rispetto al tuo primo anno in Italia?
Rod Hinks: sicuramente è calato rispetto ad allora, ma io ritengo che piano piano si stiano facendo di nuovo dei passi in avanti. Le Olimpiadi che si svolgeranno nel vostro paese tra 2 anni costituiranno uno stimolo per i vostri giocatori a migliorarsi sempre di più e questo sarà un bene per l’hockey italiano.
Hockeytime: i due campionati che ti hanno visto più spesso protagonista sono stati quello austriaco e quello italiano. Quali le differenze tra i due tornei?
Rod Hinks: ritengo che il livello sia molto simile. Non penso ci siano grosse differenze tra le prime sei squadre in Italia e le sette che disputano il campionato austriaco.
Hockeytime: come per ogni giocatore straniero che intervistiamo, è d’obbligo una domanda sull’hockey del tuo paese d’origine. Sei nato a Toronto, simpatizzi per i Maple Leafs in NHL?
Rod Hinks: Certo! Sono un grande tifoso dei Maple Leafs.
Hockeytime: Toronto e Ottawa occupano i primi 2 posti ad est, Vancouver sta facendo molto bene ad ovest. Pensi che sia l’anno buono perchè la Stanley Cup ritorni finalmente in Canada dopo l’ultima vittoria dei Montreal Canadiens che risale a ben undici anni fa?
Rod Hinks: si, ritengo che tutte le squadre canadesi della NHL siano migliorate rispetto al recente passato e che stiano giocando un buon hockey. Toronto è la mia favorita per la vittoria finale.