Qual. Olimpiche: i precedenti con Francia, Norvegia e Kazakistan

Qual. Olimpiche: i precedenti con Francia, Norvegia e Kazakistan

Non sarà la prima volta che la Norvegia accoglie Italia e Francia in ambito olimpico; il precedente, anzi, i precedenti risalgono ai Giochi invernali di Lillehammer 1994.

L’Italia incontrò i padroni di casa il 22 febbraio, un martedì qualsiasi che per i norvegesi si sarebbe rivelato nefasto dal punto di vista sportivo: nella mattinata gli Azzurri della staffetta 4 x 10 km. di sci di fondo, formata da Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner, inflissero una bruciante sconfitta ai maestri della disciplina vincendo la gara per soli 4 centesimi. In serata la Nazionale di hockey si giocò l’accesso alla finale per il nono posto contro gli Azzurri: la gara si presentò subito in salita con il goal di Gates Orlando dopo appena 18”, nonostante ciò la formazione guidata da Bengt Ohlson impattò 7’ più tardi. L’Italia spinse sull’acceleratore raggiungendo il doppio vantaggio con Jim Camazzola (08.06) e Roland Ramoser (11.56), tuttavia un impeto d’orgoglio dei norvegesi li portò a raggiungere il pareggio a cavallo tra i primi due periodi con Geir Hoff (16.38) e Tommy Jakobsen (21.36). I ragazzi di Bryan Lefley reagirono ristabilendo le distanze con Bruno Zarrillo (37.50) e Lucio Topatigh (53.41). Il sigillo finale venne messo Orlando che, al 56.36, chiuse l’incontro rendendo la pillola ancora più amara.
Il successo consentì agli Azzurri di accedere alla finale per il nono posto, l’avversario di turno fu la Francia, già incontrata nel girone di qualificazione e battuta con il largo punteggio di 7-3. Ripetersi era doveroso per chiudere in bellezza un’Olimpiade ritenuta da molti partecipanti dal fascino unico per l’atmosfera venutasi a creare. Al contrario di quanto avvenne con la Norvegia, toccò all’Italia inseguire i transalpini passati in vantaggio con Franck Saunier a 33” dall’ingaggio iniziale. Il pareggio maturò all’11.06 grazie a Martin Pavlu che finalizzò i passaggi di Stefan Figliuzzi e Camazzola. La Francia tornò a condurre al 38.25 sfruttando un power play con Stéphane Arcangeloni.Per spezzare l’equilibrio sul ghiaccio agli Azzurri, nel terzo tempo, servì il miglior Bruno Campese, impegnato ad arginare le folate dei Galletti, e l’uno-due di Figliuzzi in superiorità (44.34) e Zarrillo (45.34) che assestarono il colpo del K.O..

Il Kazakistan lo incontrammo nell’unico confronto olimpico quattro anni più tardi a Nagano. L’edizione del 1998 fu tutt’altro che facile da affrontare per il clan Azzurro, soprattutto dal lato emotivo: tre mesi prima Bryan Lefley fu coinvolto in un incidente stradale nei pressi di Bolzano, il Tristo Mietitore decise di portarsi con sé il coach, faro e uomo guida di una Nazionale che, sotto la sua conduzione, raggiunse risultati ancora oggi inarrivabili. Con lo scopo di dare continuità la Federazione consegnò il Blue Team nelle mani ad Adolf Insam, a quei tempi assistant coach del canadese. Alla vigilia dell’esordio contro il Kazakistan il gardenese dichiarò alla Gazzetta dello Sport:

“Tentare di imitare Bryan – spiega – è impossibile. Lui era e resterà unico. Il suo carisma non è sostituibile. Rimpiazzarlo vuol dire solo tentare di dare continuità alle sue idee. E in questo senso sono fiducioso, perché tra noi e la squadra, che è la stessa da diverse stagioni, c’è sempre stata sintonia. Non vedo l’ora di cominciare: negli ultimi tre mesi non ho fatto altro che girare per studiare gli avversari e fare le giuste scelte in vista delle convocazioni”.

I suoi uomini lo omaggiarono presentandosi sul ghiaccio del Big Hat Stadium con le iniziali (BL) scritte sul casco. Davanti a Gianni Rivera, sottosegretario alla Difesa con delega per lo sport, l’avvio di gara con gli asiatici fu sofferto: il Blue Team subì la rete di Vitali Tregubov in inferiorità, nonostante ciò gli Azzurri reagirono portando il punteggio a loro favore grazie alla doppietta di Zarrillo e il goal di Dino Felicetti. Nel primo intervallo il coach kazako Boris Alexandrov (ex giocatore della Saima Milano 1989/90) inserì Aleksandr Shimin a difesa della gabbia la posto di Vitali Yeremeyev, la ramanzina negli spogliatoi contribuì a cambiare l’inerzia del match: il Kazakistan salì in cattedra riuscendo dapprima ad accorciare nel secondo tempo con Mikhail Borodulin e, nell’ultima frazione di gioco, a portarsi in vantaggio con Dmitri Dudarev e lo stesso Borodulin. Sotto di un goal, nei minuti finali, l’Italia usufruì di un power play che non venne concretizzato da Zarrillo: dal goal mancato al goal subito trascorsero 41” e il Kazakistan, ancora in inferiorità, colpì con il contropiede innescato da Dudarev e finalizzato da  Pavel Kamentsev che chiuse la prestazione in calando degli Azzurri. Nel dopo partita coach Insam analizzò la partita:

“Avevamo iniziato bene – e’ il commento del coach azzurro, Adolfo Insam -, poi siamo calati. Forse ci siamo rilassati dopo un bel primo tempo, credendo che le cose potessero andare diversamente. Quando subisci un gol, poi un altro, t’innervosisci. Nulla da dire sul risultato”.

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