Gli avversari dell’Italia: il Giappone

Gli avversari dell’Italia: il Giappone

Reduce da un quarto posto a Cracovia l’anno scorso, con vittoria contro l’Italia annessa, e soprattutto da una brillante qualificazione olimpica, giocata in casa a Sapporo e chiusa a punteggio pieno, il Giappone affronta il suo 12esimo mondiale di I Divisione – includendo anche quello del 2011 al quale non partecipò per il terribile terremoto con tsunami che aveva appena colpito il Paese – con ottimismo e segnali di un movimento in crescita. La fine del mondiale 2015 ha rappresentato un vero e proprio spartiacque per l’hockey giapponese perché dopo 11 anni lo storico coach della nazionale, il canadese di passaporto tedesco Mark Mahon ha lasciato il pancone della Nazionale per andare a fare l’assistant coach degli Eisbaeren Berlino con Uwe Krupp e poi, da gennaio di quest’anno, è diventato Direttore Sportivo ai Kölner Haie. La Federazione ha scelto un passaggio di consegne soft, promuovendo capo allenatore un altro tedesco-canadese, il 52enne Greg Thompson, con esperienze alla guida di Mannheim, Ingolstadt e Augsburg (e della nazionale giapponese U20 nel 2011), nel 2015 assistente dello stesso Mahon in Polonia. Una decisione saggia, non solo per l’esordio con vittoria nel torneo pre-olimpico, ma perché si è voluta preservare una filosofia di gioco che dà buoni risultati. A differenza dei vicini sud-coreani, il Giappone non ha sposato la via delle naturalizzazioni,  preferendo puntare su giocatori autoctoni, da far crescere senza l’incubo del risultato, come dimostra la tappa dell’Euro Ice Hockey Challenge giocata in Lettonia a novembre e terminata senza vittorie – tra le sconfitte lo 0-3 subito dall’Italia – ma lasciando una buona impressione nelle gare giocate contro squadre di categorie superiore come Bielorussia e Lettonia. La lontananza geografica dall’Europa ed il gap incolmabile con i “più vicini” nord-americani hanno sempre rappresentato un notevole ostacolo per l’opportunità di far crescere le varie Nazionali attraverso confronti continui con avversari che invece giocano una quantità incomparabile di tornei ed amichevoli durante la stagione. D’altra parte, escludendo Kazakistan e ultimamente Corea del Sud, l’Asia non rappresenta un test credibile per i giapponesi, troppo superiori agli altri avversari. Così il vero banco di prova per i giocatori rimane l’Asia League, il campionato che vedere competere le squadre giapponesi con coreani, cinesi e russi, di solito dominata dai club del Sol Levante, vincitori di 11 (una ex-aequo sempre nell’anno del terremoto) delle 13 edizioni, a cui però è sfuggita quella di quest’anno, vinta dai coreani dell’ Anyang Halla battendo i russi del Sakhalin, nella prima finale nella storia senza giapponesi. Pochi anche i giocatori che hanno un ingaggio fuori dal Giappone: Mahon ha portato a Berlino l’attaccante Shuhei Kuji, ottimo realizzatore in patria con la maglia degli Oji Eagles, ma deludente alla prova di un campionato di alto livello come la DEL, raccogliendo la miseria di 2 assists in 37 apparizioni, con benservito dato a fine della stagione. Decisamente più positiva la stagione del 20enne Yushiroh Hirano, 24 goals e 22 assists al primo anno in USHL con gli Youngstown Phantoms dopo una stagione altrettanto positiva in Svezia, giustiziere dell’Italia l’anno scorso a Cracovia, giocatore che sta maturando ogni anno di più e che dovrebbe entrare nel draft di quest’anno. Tornato in patria, ai Nikko Icebucks, il portiere Yutaka Fukufuji, primo giapponese a giocare in NHL, il roster si basa sostanzialmente su quello degli Oji Eagles, squadra della città di Tomakomai, nell’isola di Hokkaido, un po’ il “Minnesota” giapponese, per via della popolarità dell’hockey, concentrata soprattutto in questa regione. E proprio a Tomakomai il Giappone ha iniziato il training camp di preparazione ai Mondiali, giocando due amichevoli contro l’Amur Khabarovsk, proseguito poi a Kranjska Gora in Slovenia, dove è stata organizzata solo un’amichevole prima dell’inizio della rassegna iridata. I mondiali non saranno, però, l’obiettivo principale dei giapponesi – anche se la partita del 26 aprile contro gli odiati cugini coreani è già stata segnata con un cerchio rosso sul calendario come sfida che non si può perdere – che torneranno in Europa a settembre per giocarsi a Riga un quasi impossibile sogno olimpico contro Lettonia, Germania e Austria.

Risultati delle amichevoli pre-mondiali

07 Aprile, Tomakomai: Giappone – Amur Khabarovsk (KHL) 1-5

09 Aprile, Tomakomai: Giappone – Amur Khabarovsk (KHL) 2-5

16 Aprile, Jesenice: Slovenia – Giappone 4-0

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