Qual. olimpiche: Polonia e Giappone si giocheranno un posto per PyeongChang

Qual. olimpiche: Polonia e Giappone si giocheranno un posto per PyeongChang

Mentre l’Italia ha vinto agevolmente il proprio girone, negli altri due raggruppamenti che promuovevano le vincitrici all’ultimo torneo di qualificazione le battaglie sul ghiaccio sono state molto più serrate. Vediamo rapidamente come è andata.

GRUPPO H

Giocato nella bella László Papp SportArena di Budapest, il gruppo H vedeva di fronte i padroni di casa dell’Ungheria, la Polonia e le repubbliche baltiche Lituania e Estonia. Le prime due giornate hanno confermato i pronostici della vigilia, troppa la differenza di valori sul ghiaccio tra polacchi e ungheresi da un lato ed i baltici dall’altro, con peraltro entrambi i roster estone e lituano incompleti per via di molte assenze. L’Ungheria, squadra col ranking IIHF più alto, che ha guadagnato l’accesso alla Elite Division lo scorso aprile a Cracovia beffando proprio i polacchi nell’ultima gara,  si presentava davanti ai propri fans da favorita, ruolo confermato nelle prime due uscite, battendo 4-0 la Lituania e 7-1 l’Estonia, mentre la Polonia si prendeva i sei punti “di ordinanza” con un 6-2 all’Estonia e un roboante 9-1 ai lituani, con doppiette di Krysztof Zapala e Krystian Dzuibinski. Come da pronostico tutto si decideva nello scontro diretto di domenica sera: mentre nel pomeriggio l’Estonia si toglieva la soddisfazione di battere i lituani ed evitare l’ultimo posto, 9.000 ungheresi riempivano la SportArena per spingere la propria nazionale nell’ultimo sforzo: il gol mangiato dopo due minuti da Istvan Sofron da solo davanti al portiere ed un primo periodo dominato sembravano presagire la perfetta conclusione del weekend, ma la polonia emergeva già nel periodo centrale, con un palo colpito ed una occasione divorata da Mikolaj Lopuski, riequilibrando la partita. Nei supplementari gli ungheresi non approfittano di un power play, portando così il match agli shootouts dove il fassano Marton Vas sbaglia il primo, mentre Zapala segna quello che sarà l’unico, decisivo, goal. Sbagliano tutti, ma quando lo fa il veterano Frank Banham si sentono solo le grida della panca polacca in un’ arena ammutolita.

“Ci godiamo questa vittoria, è una piccola vendetta per la sconfitta di Cracovia”

ha detto a caldo l’eroe di giornata Krzysztof Zapala, mentre coach Jacek Plachta sprizza soddisfazione da tutti i pori ma cerca di mantenere l’aplomb di circostanza:

“abbiamo giocato una buona gara, abbiamo commesso degli errori ma siamo riusciti a vincere. Questo risultato di Budapest ci serve di certo per guardare avanti con fiducia, ma per ora non pensiamo al prossimo turno di qualificazione, abbiamo da giocare i mondiali in casa (a Katowice ndr) e quello è il nostro obiettivo primario.”

Logicamente tutt’altra atmosfera si respira nello spogliatoio a fianco: dai toni drammatici di  Csaba Kovács:

“siamo veramente disperati…è terribile non aver potuto ricambiare fino in fondo tutto l’affetto e la passione che ci hanno circondati stasera ed in questi giorni: non so in quale altra parte del mondo possa esserci un pubblico così! Loro si sono chiusi bene in difesa, noi avevamo anche diversi infortunati, ma non vogliamo trovare scuse, abbiamo avuto diverse occasioni per chiudere la partita.”

a quelli più riflessivi di Daniel Koger:

“non hanno giocato meglio di noi, potevamo chiuderla con quella superiorità nell’extratime, gli shootouts sono questione di fortuna, volevamo andare avanti per provare a qualificarci per le olimpiadi, ma questo è lo sport: a Cracovia abbiamo festeggiato noi, qui è il loro turno”

István Bartalis prova a trovare una spiegazione più generale:

“non so, i primi due match sono stati un allenamento, forse quella mancanza di pressione non è stata positiva, ci ha fatto arrivare all’ultima partita senza molta tensione”

La Polonia sarà dunque la nazionale con il ranking IIHF più basso (22 posto)  tra quelle che si disputeranno i tre posti per PyeongChang a Settembre: i ragazzi di coach Placta saranno di scena a Minsk in Bielorussia, dove affronteranno i padroni di casa, la Danimarca e la Slovenia

Gruppo J

giocato a Sapporo, in Giappone, anche il gruppo J aveva una netta contrapposizione tra le due squadre favorite, il Giappone e l’Ucraina, e due outsiders quali la Croazia e la Romania.  Gli ucraini, reduci dal disastroso mondiale di Cracovia, culminato con la retrocessione in II Divisione, stanno cercando di trovare nuovi talenti per ringiovanire una rosa di veterani che ha probabilmente già dato tutto quello che poteva, mentre i padroni di casa, già vittoriosi 3-1 sugli avversari gialloblu a Cracovia, provano ad arrivare a giocarsi le proprie carte per non mancare una rassegna olimpica che vede già certi del posto gli odiati cugini coreani. Qui il percorso delle due “teste di serie” è stato ancora più netto, con quattro vittorie senza subire goals: 3-0 con la Croazia e 7-0 contro la Romania per i giapponesi e  3-0 con la Romania e 6-0 con la Croazia per l’Ucraina. Mentre la Croazia chiudeva un torneo positivo dal punto di vista del gioco espresso battendo 4-1 la Romania, l’ultima gara ha visto contrapposte due scuole di pensiero molto differenti: da un lato l’hockey fisico e di stampo “sovietico” dei gialloblu, dall’altro lo stile veloce e tecnico dei giapponesi, che sfrutta in pieno le qualità fisiche dei giocatori a disposizione del coach canadese di passaporto tedesco Greg Thomson.  E’ stata una partita intensa e in cui non sono mancati i momenti di bel gioco, con il goalie di casa Yutaka Fukufuji, primo (e fino ad ora unico) giapponese a giocare in NHL, assoluto protagonista, tanto da essere definito “irreale” dal suo coach alla fine del soffertissimo 2-1 che manda i giapponesi a giocarsi le ulteriori chances per le olimpiadi “quasi” di casa. Gli ucraini, sportivi nel riconoscere la sconfitta, reclamano però per la penalità partita inflitta nel primo tempo a Valentin Aleksyuk, frutto, a loro dire, di una simulazione di Seiji Takahashi: dalla ripetizione sembrerebbe in effetti che il contatto, enfatizzato dal giocatore giapponese, non ci sia.

“Stiamo ricostruendo la squadra cercando di mettere insieme veterani e giovani giocatori, molti erano al loro debutto in un torneo ufficiale, per cui non possiamo dire di essere delusi da questa tre giorni giapponese. L’hockey moderno è ormai una disciplina in cui vince chi commette meno errori ed oggi sono stati più bravi loro”

ha detto a fine partita il coach ucraino Aleksandr Savitsky.

 

il Giappone avrà un girone quasi impossibile a settembre, per guadagnare il biglietto per PyeongChang: a riga infatti dovranno sfidare i padroni di casa della Lettonia, oltre ad Austria e Germania

 

 

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