Gianfranco Talamini, una vita da Team Leader

Gianfranco Talamini, una vita da Team Leader

(Cortina) – Il nome di Gianfranco Talamini ai più non dice nulla. Non lo si nota neanche lungo le balaustre durante le partite della Nazionale, potrebbe essere scambiato per un qualsiasi addetto ai lavori, tuttavia, da quarant’anni il suo lavoro è oscuro e di sostanza: programmare con il coach, giorno per giorno, il lavoro della squadra prima del raduno, organizzare la logistica (alberghi, spostamenti etc etc), comunicare alla Segreteria della Federazione le convocazioni e con essa trovare le soluzioni per aggregare i giocatori provenienti dall’estero sono aspetti del suo lavoro. Insomma, tuttociò che serve per far sì che la Nazionale non abbia intoppi durante i raduni e i tornei ai quali partecipa.

Quando ha iniziato a ricoprire il ruolo di Team Leader?

Nel 1975. Avevo organizzato con il Cortina le finali del Campionato italiano Allievi, il Presidente della Commissione Tecnica, Ernesto Crotti, mi chiese se ero interessato a seguire, in veste di Team Leader, la Nazionale Under 18, unica categoria giovanile esistente in quegli anni. Il mio primo incarico coincise con la trasferta a Füssen per una serie di amichevoli.

E con la Nazionale Senior?

Con i Mondiali del 1994, su richiesta di Brian Lefley e dell’allora Responsabile del settore Hockey, Nilo Riva, i quali mi chiesero se potevo dare la mia disponibilità e passare dall’Under 20 alla Nazionale maggiore.

2015_04_22 italia ungheria 074 TALAMINILa risposta è stata immediata o ha chiesto un periodo di riflessione?

Ho voluto pensarci, soprattutto perché in quegli anni c’erano diversi “Italo” in squadra; volevo capire se potevo essere accettato dal gruppo. Io venivo da una realtà diversa, formata solo da ragazzi italiani.

Cos’ha significato per Lei vivere i favolosi anni ’90 con la Nazionale?

E’ stata una bellissima esperienza, ho vissuto diversi Mondiali con annessi i raduni. Devo essere sincero, ho sempre trovato da parte dei giocatori molto rispetto che ho cercato di contraccambiare. Con loro mi sono sempre trovato molto bene. Non ho mai avuto problemi di convivenza.

C’è stato un allenatore con il quale ha avuto più feeling di altri?

Brian Lefley, il quale, purtroppo, è venuto a mancare in un incidente automobilistico. In seguito anche con Adolf Insam. Tenuto conto di ogni carattere e metodologia di lavoro, credo di essere riuscito a trovarmi bene con tutti.

Gianfranco TalaminiQuale giocatore ha apprezzato di più e perché?

Di giocatori ne ho apprezzati tantissimi, perché, come detto prima, tutti mi hanno molto rispettato. Ancora adesso ci sono alcuni di loro che mi scrivono, oppure ci incontriamo in occasione di qualche Mondiale. Ogni volta ho modo di riscontrare che ricordano piacevolmente di aver trascorso dei momenti assieme. Attualmente il giocatore con cui sono maggiormente in contatto è Giulio Scandella, probabilmente perché gioca a Brunico. E’ un atleta che può ancora essere utile alla Nazionale. Ad ogni modo ho avuto un ottimo feeling con Gates Orlando, Bruno Zarrillo, Mario Chitarroni, Mike Rosati e Jason Muzzatti. Ce ne sono stati tanti, farei torto a qualcuno se dicessi che ho a cuore uno rispetto ad un altro.

Nella sua carriera ha mai vissuto momenti difficili da gestire?

Di situazioni difficili ce ne sono sempre. Purtroppo. Ricordo il già citato incidente automobilistico occorso a Lefley. Eravamo alla vigilia dei Mondiali di Vienna. Ricordo anche la vigilia dei Mondiali disputati a Quebec City, in Canada, quando Mickey Goulet, mentre eravamo in ritiro a Vipiteno, ricevette la notizia della scomparsa della moglie. Questi sono momenti che si devono superare e andare avanti, tuttavia lasciano il segno.

2015_04_25 italia kaz 003 talaminiE momenti felici? Indubbiamente possiamo annoverare le Promozioni in Top Division.

A livello sportivo sicuramente le promozioni in Gruppo A che consente di far parte delle migliori squadre al mondo. Un risultato che lascia tanta soddisfazione, ad ogni buon conto ci sono altri momenti che possono, comunque, lasciare il segno, siano essi belli o brutti, ma tutto sommato ritengo che se dovessi stilare una classifica sono stati più quelli positivi di quelli negativi

L’Italia sta giocando il torneo di prequalificazione olimpico qui a Cortina. Cosa significa per un cortinese DOC come Lei avere la Nazionale “in casa”?

Chiaramente è positivo. Ritengo che Cortina possa essere all’altezza di organizzare qualsiasi evento sportivo. Esclusa l’amichevole dell’estate scorsa contro i russi del Metallurg Magnitogorsk, era da diversi anni che il Blue Team non tornava qui. L’ultima partita risaliva all’aprile del 2007 contro la Bielorussia. Era da tempo che auspicavo che succedesse ciò e questo evento ha fatto sì che gli Azzurri potessero tornare a giocare nel paese dove vivo e dove sono nato.

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