E la nazionale è in pratica l’intera squadra del Barys, (il Barys è indissolubilmente legato alla nazionale, sarà sempre così, ha detto il neo-presidente del Barys) incluso il coach, quell’Andrei Nazarov che da giocatore veniva chiamato in NHL, dove ha giocato 571 partite, “The Russian bear” e che ha ereditato il pacchetto Barys-nazionale nel 2014 dal finlandese Ari-Pekka Selin. Nazarov ha ricoperto il doppio incarico anche nel 2013, quando allenava il Donbas Donets’k e la nazionale ucraina. Coach moderno e di mentalità e stile occidentale, gran lavoratore (“L’obiettivo di un allenatore è assicurare che la squadra ottenga risultati, e fare il meglio in termini di punti, goals, assists e plus\minus, tutto il resto è un optional”) Nazarov ha un carattere tutt’altro che accomodante, come hanno potuto apprendere questa stagione i suoi giocatori, non di rado attaccati per un maggior impegno, e soprattutto gli arbitri della KHL, vittime preferite dei suoi urlacci. E’ diventato un classico dei video virali la sua reazione, a base di un fiume di parolacce, oggetti tirati in pista e gesti dell’ombrello distribuiti con generosità a tutti, ad una decisione arbitrale lo scorso settembre a Vladivostok, che gli è costata 6 giornate di squalifica. L’estate scorsa, appena arrivato ad Astana, disse che non avrebbe allenato il Barys finchè il presidente del club non fosse cambiato, ottenendo la nomina di Alexander Koreshkov, ex giocatore, recordman di presenze e goals in nazionale, portabandiera del Kazakistan alla cerimonia di apertura di Torino 2006 ma soprattutto idolo dei tifosi della Torpedo, un doppio smacco alle loro ambizioni ed all’orgoglio di (ex)capitale dell’hockey. E pensare che in una recente intervista, alla domanda: “come cambiato negli anni”, Nazarov ha risposto: “sono diventato più calmo e riflessivo”!
La squadra:
Come detto, punto di forza del Kazakistan è l’abitudine a giocare insieme, per delle linee che sono le stesse, tolti gli stranieri, che giocano tutto l’anno in KHL. Dette delle molte importanti assenze nel roster per infortuni vari – tra gli altri non ci saranno pezzi da novanta come il capitano Dmitri Upper, Andrei Gavrilin, Evgeny Blokhin e il naturalizzato Brandon Bochenski, il Kazakistan conta su uomini decisivi in ogni reparto. In porta brilla il talento del 23enne Pavel Poluektov che il Barys sta allevando con calma, ma convinto dei suoi mezzi. Nominato miglior portiere dei mondiali U20 di Prima Divisione nel 2012, Poluektov si dovrà guardare dalla concorrenza del compagno di squadra Dmitri Malgin, giocatore che qualche anno fa sembrava destinato a un futuro luminoso, e di Andrei Yankov, appena nominato giocatore dell’anno alla Torpedo. In difesa tanta esperienza con Alexei Litvinenko e Maxim Semyonov e una spruzzata di gioventù con Leonid Metalnikov, in attacco i goal dovrebbero venire da Alexei Vorontsov, Talgat Zhailauov e dal russo naturalizzato Konstantin Rudenko, drafato da Philadelphia nel lontano 1999, che a 33 anni esordisce in una competizione internazionale. Attenzione anche ad Evgeny Rymarev, enorme talento dal fisico di cristallo.
Focus su:
Kevin Dallman, il canadese di Astana, miglior difensore della KHL negli ultimi anni, nonostante un fisico non eccezionale. Dallman è un idolo incontrastato nel paese per il quale ha scelto di giocare dal 2012 dopo essersi trasferito ad Astana nel 2008, adattandosi meravigliosamente alla cultura kazaka e dimostrando un sincero amore, ricambiato, per il paese adottivo, a differenza di altri ex-NHLer come Trevor Letowski e Mike Danton, scappati a gambe levate dal Kazakistan, descritto poi come una specie di repubblica delle banane in blog ed interviste. Divenne un caso di stato nel 2012 l’espulsione della moglie Stacy, che portò Dallman per due stagioni allo SKA S. Pietroburgo, a causa dei post critici nei confronti del presidente\padrone Nursultan Nazarbayev scritti sul blog Kaziland. Perdonata dal Presidente, grande appassionato di hockey, i Dallman sono tornati ad Astana quest’anno e l’immagine della figlioletta Eva (“è una fanatica, quando gioco con la nazionale è una tifosa accesissima” dice Kevin) sventolando una bandiera kazaka ha riconciliato una nazione intera con il suo idolo. Al di là dei problemi fuori dal ghiaccio, Dallman è un giocatore dominante ed un difensore col vizio del goal – ne segnò addirittura 28 il primo anno di KHL – capace di 272 punti in 342 partite, senza dimenticare le statistiche della “vita precedente” , quando fu il miglior difensore in termini di punti per 2 stagioni di seguito in OHL, quando militava nei Guelph Storm. “Sappiamo che andiamo in Polonia da favoriti, ma questo non significa nulla, nessuno si aspetta una passeggiata, tutte le squadre lotteranno alla morte con noi” dice Dallman del prossimo mondiale
Pronostico:
Favorito ma non favoritissimo: il Kazakistan arriva in Polonia con importanti assenze, sufficienti ad annacquare il pronostico. La truppa di Nazarov è una squadra umorale ed il ruolo di favorita potrebbe pesare molto nella testa soprattutto se non iniziasse bene
Avvicinamento:
Come sappiamo il Kazakistan ha giocato e vinto due amichevoli contro l’Italia.