Continental Cup: il CSKA trionfa in casa

Continental Cup: il CSKA trionfa in casa

“Vogliamo andare a giocarci le nostre chances in Germania, per dimostrare che l’hockey bulgaro può tornare al livello di un tempo e restare tra le potenze di questo sport.”

Così il presidente del CSKA Sofia Ivelin Todorov aveva presentato il preliminare di Continental Cup, giocato nello scorso weekend sulla pista di casa, chiarendo subito le ambizioni del club bulgaro, tornato a dominare in patria grazie ai notevoli investimenti, dopo il dececennale regno dello Slavia Sofia a cui ha sottratto a colpi di ricchi contratti i migliori giocatori. Già l’anno scorso nel preliminare di Belgrado il CSKA si era presentato, dopo 25 anni di assenza, con grandi ambizioni, frustrate da due inopinate sconfitte contro Partizan e Vikiing Tallinn che erano costate un’inattesa eliminazione. Quest’anno il roster bulgaro è stato ulteriormente rafforzato – complice un regolamento che andrebbe rivisto che permette il tesseramento illimitato di giocatori solo per la Continental – dagli innesti degli slovacchi Kristian e Andrej Simo, Marek Mendel, Igor Batora e Viktor Stefanech. In porta non più il monumento Konstantin Mikhailov, ritiratosi a 50 anni (!!), ma il russo Sergei Klimentyev, in arrivo dal Kristall Elektrostal. Avversari dei bulgari gli spagnoli del Puigcerdà, vice-campioni di Spagna, ma partecipanti in quanto il Bipolo Vitoria si è sciolto per problemi economici, i serbi del Beostar, anch’essi sostituti del Partizan per scelta della federazione e i turchi dell Izmir. Sulla carta un girone equilibrato, con bulgari e spagnoli come favoriti. Le carte vengono però sparigliate dall’annuncio che l’Izmir si presenterà a Sofia senza i propri stranieri, lo slovacco Denis Legersky ed i fratelli americani, di passaporto turco, Andy e Alec Kocoglu, dopo che sul proprio sito ne era stata annunciata e sottolineata la presenza come valore aggiunto per tentare lo storico passaggio di turno. Con un roster di soli giocatori locali, l’Izmir è diventato la squadra materasso del girone, incassando un totale di 59 reti, 20 da Beostar e Puigcerdà e 19 dal CSKA. Le sfide vere sono diventate quindi quelle tra le tre squadre restanti, con il confronto tra CSKA e Puigcerdà della prima giornata, vinto dai bulgari per 3-2 , che si è rivelato essere la vera e propria finale. Il Beostar, in pratica una sorta di nazionale serba Under 20, rafforzata dall’innesto dell’ucraino giramondo Dmitri Gnitko e dall’interessante slovacco Kamil Kinkor, è stata in fondo la delusione del torneo, avendo perso nettamente, dopo la goleada iniziale coll’Izmir, sia con il Puigcerdà (5-1) che con il CSKA (10-2). A parziale giustificazione per i serbi la giovane età del roster e l’assenza della stella Mico Dragutinovic, 22enne di passaporto canadese che l’anno scorso ha trascinato il Beostar ad insidiare la corazzata Partizan. Buono invece il torneo del Puigcerdà: i catalani hanno sfiorato la qualificazione con un roster che mescola veterani come il capitano della nazionale spagnola Salva Barnola e gli slovacchi Gabris e Skovira (a Pontebba nell’ultima disgraziata stagione dei friulani in Serie A) e giovani interessanti come Alejandro Pedraz, il colpo dell’estate nel mercato spagnolo, considerato da tutti il miglior giocatore del suo paese, ma fino ad ora davvero sprecato nel modestissimo Majadahonda, perchè “l’hockey non è tutto nella vita”, come ha dichiarato in un’intervista a eurohockey.com tempo fa.
Il CSKA vola dunque a Bremerhaven per il secondo turno, in programma dal 17 al 19 ottobre, dove affronterà i padroni di casa del Fischtown Pinguins, gli olandesi del Tilburg Trappers ed i Belfast Giants

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