Roberto Ongari: “Noi lavoriamo con fiducia, ma la palla ora passa ai fassani”

Roberto Ongari: “Noi lavoriamo con fiducia, ma la palla ora passa ai fassani”

Canazei – A meno di tre mesi dal primo face-off della neonata Elite.A, sono ancora numerose le incognite che circondano l’hockey italiano. Una di queste è la grave crisi che ha colpito il Val di Fassa: per la società di Canazei, infatti, è ancora incerta l’iscrizione al prossimo campionato, sostanzialmente dovuto alla grave crisi economica che si sta abbattendo sul nostro paese. Hockeytime ha incontrato in esclusiva il presidente Roberto Ongari, con il quale è stato possibile analizzare la situazione del Val di Fassa e dell’hockey nostrano.

Il 27/02 il Val di Fassa conquistava la salvezza a gara 4 contro il Pontebba, e il sito della società salutava i tifosi con un “arrivederci alla prossima stagione”, mentre il 16/03 è uscita la notizia shock della chiusura delle attività. Cos’è cambiato in quei 15 giorni?

Il problema principale è stato che moltissimi piccoli sponsor hanno, visto il difficile momento economico, contratto o tolto le sponsorizzazioni, specialmente quelle aziende “istituzionali” come Trentino Marketing, e la totale assenza di aiuti istituzionali. La scelta della società, pertanto, è stata quella di informare subito i genitori dei ragazzi delle giovanili di quale sarebbe stata la prospettiva, per non farli trovare impreparati a settembre.

Quanto è stato difficile, da presidente, dare questa triste comunicazione ad atleti e tifosi?

È stato abbastanza difficile, ma devo dire che ho subito avuto un riscontro positivo: sono stati proprio i genitori dei piccoli atleti a muoversi in prima persona per contattare istituzioni e giornalisti per cercare di raddrizzare la difficile situazione. Il tutto, per la passione dei figli verso l’hockey e verso il Fassa. Devo dire che sentire quanto i bambini tengono al nostro sport e alla nostra squadra riempie di coraggio per andare avanti e combattere per esserci la prossima stagione.

Lei ha constatato una carenza nelle istituzioni pubbliche nei confronti del Fassa, ma che supporto avete avuto dalle istituzioni sportive come Lega Hockey e Federazione?

Loro sicuramente stanno lavorando nella speranza che il Fassa sia al via del prossimo campionato, e ci stanno supportando in alcune nostre scelte. Di certo c’è che non possiamo chiedere aiuti economici a queste due istituzioni, il momento è difficile per tutti in questo momento.

Che campionato sarà il prossimo? Tra le nuove regole di Elite.A, la fuga del Bolzano, la crisi di Alleghe, Fassa e Pontebba, l’esportazione del campionato cadetto in Austria…

Io penso che non esista un male che non sia un bene. Probabilmente abbiamo toccato uno dei minimi dell’hockey italiano e da questo momento, adottando le giuste decisioni, possiamo solo ripartire. Per quanto riguarda la fuga del Bolzano sinceramente non mi interessa molto, ha fatto una scelta, condivisibile o meno, ma ha fatto la sua scelta: io mi concentro sul Fassa. Di certo è che nell’ultima riunione di lega il clima è migliorato notevolmente, e c’è la consapevolezza che ce la possiamo fare a riportare in alto l’hockey italiano. Ad ogni modo la lega è consapevole di una cosa. Noi stiamo lavorando per permettere al Fassa di essere al via della prossima stagione, ma se il Fassa ci sarà non farà una comparsata e non partirà sconfitta in partenza, lavoreremo per allestire una squadra competitiva incentrata sui nostri giovani. La fiducia della società c’è, il lavoro anche, ma purtroppo se non ci sono i soldi la fiducia non basta.

Dopo una stagione difficile, conclusa con la salvezza ai play-out, la drammatica situazione estiva: sembrerebbe un disastro, riesce a trovare qualcosa di positivo?

All’inizio della scorsa stagione si sapeva che sarebbe stato un anno difficile, ma io non lo butto via. Sono infatti molto contento delle prestazioni che i nostri giovani hanno sempre messo sul ghiaccio, nessuno si è mai tirato indietro contro nessuno, nemmeno quando c’era da saltare Hjalmarsson o quando si tentava disperatamente di fermare Oberrauch attaccandosi alle sue ginocchia (ride, ndr.). Con questa scelta societaria abbiamo dato la possibilità ai giovani di misurarsi in un campionato di alto livello, visto che sono quasi tutti giocatori dell’Under 20, dando un’opportunità come “scuola di vita” a loro e, non lo nego, un investimento futuro per la nostra società, visto che i giovani sono sempre stati il fulcro della nostra squadra. Tra l’altro il Fassa non è mai partito perso in partenza con nessuno, se escludiamo quelle partite dove avevamo una sola linea completa, tra infortuni e nazionale Under 20, quindi trovo molti aspetti positivi.

Le fa piacere vedere la mobilitazione dei tifosi, dei genitori e di qualche personaggio politico per la causa del Fassa? Vista anche la ridotta media-pubblico allo Scola, forse qualcuno non se la sarebbe aspettata…

Assolutamente si, il Fassa è una tradizione nella Val di Fassa e non credo ci sia famiglia fassana che non abbia un pezzetto di cuore in questa squadra. Non posso non constatare però che accontentare i tifosi è molto difficile, e molte persone se la squadra non vince dopo qualche partita smettono di venire allo stadio. Purtroppo la legge dello sport è cattiva, se non hai fortuna o soldi è difficile vincere. Di certo c’è che il Fassa anche in questa difficile stagione non ha mai perso la dignità, ed è per questo che stiamo lavorando così intensamente per esserci la prossima stagione.

Come sta lavorando la società per esserci la prossima stagione? Visto anche l’abbandono del main sponsor Ferrarini…

Innanzitutto abbiamo fatto partire la campagna abbonamenti: non vendiamo le tessere già adesso e non chiediamo i soldi ai tifosi, ma è un “sondaggio” per capire il riscontro che l’iniziativa avrà; abbiamo fissato il prezzo a 100 € (il prezzo per la stagione appena conclusa era di 190 €, ndr), e ci aspettiamo di arrivare a circa 2000 abbonamenti. Abbiamo già ricevuto numerose richieste, ma la cosa che fa più piacere è che i soci e i genitori dei ragazzi si stanno impegnando in prima persona per distribuire queste tessere e contribuire, come possono, alla causa. Di certo è che il nostro tentativo è anche quello di non aumentare i costi le famiglie delle squadre giovanili, nonostante tante persone si siano rese disponibili a pagare qualcosa in più pur di esserci. Per quanto riguarda il main sponsor, ci stiamo lavorando, ma ricordo che per 2 anni la squadra ha giocato senza main sponsor (stagione 2010/11 e parte della stagione 2011/12, ndr), pertanto non è la priorità assoluta.

Vuole lanciare un messaggio a tutti gli appassionati dell’hockey fassano?

Il messaggio che voglio lanciare è:”abbiate fiducia”, ma ora la palla passa a loro. Noi stiamo lavorando sodo, ma la valle deve dimostrare che ci tiene all’hockey. Ogni persona deve capire che i 100 euro che chiediamo, se ci mettiamo tutti insieme, possono bastare e il Fassa continuerà ad esserci. Deve però essere capito il messaggio, difatti troppo spesso siamo stati considerati come “un attaccapanni” sul quale appendere il cappotto: è un oggetto al quale si da poca importanza, ma se un giorno dovesse non esserci più dove puoi attaccare il cappotto? E noi stiamo proprio lavorando per far capire alla gente quale lavoro fa la società, e non vogliamo che le persone lo capiscano quando la squadra non c’è più. Di certo è che se si aspettano i politici, probabilmente avremo chiuso da un pezzo, ma sono convinto che se ci impegnamo tutti insieme possiamo farcela.

Si ringrazia Roberto Ongari e la società Hockey Club Val di Fassa per la disponibilità.

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