Max Pacioretty: dal Varesotto a Montreal passando per gli States

Max Pacioretty: dal Varesotto a Montreal passando per gli States

Grazie allo sciopero dell NHL, anche l’Ambrì Piotta ha il suo giocatore professionista: si chiama Max Pacioretty, nato a New Canaan nel Connecticut (USA) arriva direttamente dai Montreal Canadiens, ma è chiaramente di origini italiane.

Dei giornalisti svizzeri hanno scoperto il suo albero genealogico: la famiglia del padre Raymond (nato a San Francisco) è originaria del Varesotto, ed in particolare, del triangolo fra Ferno, Gallarate e Cardano al Campo dove si concentra il ceppo della dinastia Pacioretty, mentre la madre Ana Kolenda è messicana. Papà Raymond è figlio dell’avvocato Burton Pacioretty e di un’infermiera canadese di Montreal Therese Savoie. I bisnonni di Max emigrati in America nel 1902 sono Giuseppe Paccioretti (alias Joseph Pacioretty) e Dora M., quest’ultima di genitori svizzeri.

Pacioretty tornerà presto in Canada dove lo lega un contratto di sei anni con i Canadiens e guadagnerà la “modica” cifra di 27 milioni di dollari, tuttavia non rinnega le sue origini. E’ un ragazzo gentile e molto umile senza grilli per la testa.

Il tuo cognome è di chiare origini italiane. Le origini sono della zona tra Varese e Milano: per esempio a Ferno ci sono tanti Paccioretti. Conosci qualche tuo lontano parente?

Purtroppo  non conosco nessuno dei miei lontani parenti, ma sono sicuro che i miei antenati arrivano da quelle zone. Certo mi piacerebbe scoprire le mie origini. Penso che prima di lasciare la Svizzera farò in giro da quelle parti!

Come mai hai scelto proprio Ambrì Piotta come squadra alternativa durante questo periodo di sciopero della NHL?

I miei compagni di squadra a Montreal, Yannik Weber e Raphael Diaz, entrambi svizzeri,    me ne hanno parlato molto bene dandomi tante certezze e quindi ho deciso di accettare l’offerta. Sono venuto qui con l’intento di realizzare tanti goal,  anche se fin ora non ci sono riuscito, purtroppo. Il mio dovere ora è di aiutare il più possibile l’Ambrì  che ne ha tanto bisogno.

Ovviamente avrai ricevuto tante altre offerte.

Sì, ho ricevuto centinaia di offerte soprattutto dall’Europa. Ho poi scelto la Svizzera per fare una nuova esperienza. Diaz e Weber mi hanno dato alcune preziose informazioni sul campionato di LNA e mi sono reso conto che è ad un buon livello ed è anche per questo che sono venuto qui.

Quindi conoscevi già qualcosa del campionato svizzero?

Diciamo di si, visto che ho due giocatori della Nazionale svizzera (Diaz e Weber) in squadra che spesso vengono chiamati anche in Nazionale per i Mondiali, manifestazione nella quale ho già incontrato i rossocrociati e mi sembra una buona squadra.

Durante i Mondiali che si sono disputati in Finlandia, la Nazionale americana ha disputato il torneo un po’ sottotono uscendo prematuramente dal giro delle grandi.

Avevamo una squadra competitiva, ma forse ci siamo lasciati andare, soprattutto nell’ultima partita decisiva del girone playoff contro la Finlandia. Potevamo giocarcela anche con la Russia, ma avendo perso nella partita del girone preliminare sempre con i finalndesi non siamo andati avanti. Purtroppo a volte succede.

In vista delle prossime Olimpiadi in Russia, pensi di poter rientrare nel giro della Nazionale statunitense, considerato che tua moglie Katia  (sorella di Maxim Afinogenov, attaccante dello SKA San Pietroburgo) è russa?

Certamente dovrà cambiare qualcosa nella Nazionale americana ed ora essendo qui in Svizzera ho la possibilità di abituarmi all’hockey europeo ed al modulo di gioco in vista delle Olimpiadi.

Arrivi da una grande città come Montreal: come ti sei sentito quando sei approdato in un paesino così piccolo come Ambrì Piotta?

Ora vivo ad Ascona che è un posto incantevole. Ambrì è veramente un posto piccolo, ma delizioso: in compenso i tifosi sono calorosi e soprattutto affettuosi. Devo dire che ne è valsa la pena conoscere realtà diverse dalla metropoli. Qui si sta bene, non c’è traffico e si vive senza stress.

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