Dan Tudin: “E’ un grande onore essere italiano”

Dan Tudin: “E’ un grande onore essere italiano”

di Fiorenza Zanchin e Tony Puma

(Stoccolma) – Acquisito il passaporto nella giornata di venerdì 4 maggio, Dan Tudin è stato impacchettato e spedito a Stoccolma. Partito da Collalbo nelle mattinata di sabato, è giunto a Stoccolma alle 17.00; prelevato dallo staff Azzurro all’aeroporto , l’attaccante del Ritten Sport è stato portato all’Arena Hovet (casa del Djurgarden) per un breve allenamento di mezz’ora.

Come ti senti ad essere italiano?

E’ un grande onore per me e per la mia famiglia che è qui adesso. Abbiamo una casa, abbiamo adottato la cultura italiana, la cucina, le persone, inoltre lo stile di vita è gradevole. Se non mi fosse piaciuto non sarei rimasto qui per sei anni. Ieri ho ricevuto il passaporto ed è stato un grande onore per me.

Come hai vissuto i giorni di attesa?

Ero agitato e nervoso. Sapevo che l’iter, con il quale ho ottenuto il passaporto, è molto lungo. Non avevo molte informazioni di ciò che stava accadendo; è stato veramente stressante.

Uno dei tuoi compiti sarà quello di risolvere il problema del goal che la Nazionale Italiana si trascina da tempo.

In un torneo come questo il livello di gioco è così alto, come anche la qualità di gioco è così alto che segnare non è così semplice, ma noi proveremo a fare del nostro meglio. E’ tutto ciò che possiamo fare.

I fan si aspettano che i giocatori di scuola canadese facciano la differenza in campo. Sei pronto per questo?

Nel nostro spogliatoio, da quello che ho potuto vedere sia negli allenamenti che nelle amichevoli premondili, siamo tutti uguali. I giocatori di scuola italiana giocano ad alto livello, non penso che il luogo di nascita o la nazionalità facciano la differenza. In questo torneo ogni squadra è ben preparata e tutti devono giocare dando il massimo.

Cosa sai dei prossimi avversari dell’Italia?

Li ho solo visti in televisione, sono i migliori giocatori al mondo.

Con quali giocatori hai maggiore feeling?

Per me ogni compagno di squadra si è ritagliato il proprio spazio all’interno del gioco della squadra; ogni giocatore è stato selezionato come migliore della propria squadra. Non ho problemi a giocare con chiunque, per me è un onore essere qui. Ovviamente, se si gioca con qualcuno, come per esempio Scandella ed Ansoldi, negli anni scorsi, o Pichler quest’anno, è più facile.

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