Stanley Cup Final 2011: Boston segna il territorio e va sul 2-1

Stanley Cup Final 2011: Boston segna il territorio e va sul 2-1

Dopo 2 match in riva al Pacifico, la Stanley Cup salta un’ intero continente (circa 3200 miglia) per approdare nella città del Mayflower.

I Bruins, già con l’ acqua alla gola dopo le due sconfitte in terra canadese, tornano tra le mura amiche del TD Garden per cercare di raddrizzare una serie che tra brutto gioco, amnesie difensive e un Thomas non all’ altezza della sua fama (e della sua stagione/playoff) sembra aver fatto pendere la bilancia dalla parte dei Canucks. Di contro i Canucks, dopo le due vittore rischiano di sentire troppo forte l’ “odore del sangue” e di sedersi sulle precedenti affermazioni facilitando così il ritorno di Boston.

I 17.565 del Garden non assistono ad una buona partenza dei propri benamini che, seppur sopravanzati nei tiri (12-7 reciterà alla fine la statistica del periodo), non subiscono reti. Il secondo periodo di Boston invece è da incorniciare e i giocatori di coach Julien superano Luongo in tutte le situazioni di gioco possibili: ad aprire le danze dopo appena 11″ dal primo ingaggio è Andrew Ference (Peverly-Krejci); il raddoppio è opera di una vecchia volpe del ghiaccio e cioè Mark Recchi (Ryder-Ference) che mette alle spalle di Luongo in Power Play; protagonista della serata però è sempre Thomas che decide di parare qualsiasi cosa passi anche solo per caso nei pressi del suo slot: il goalie dei Bruins ipnotizza in ordine sparso Bieksa, Ehrhoff, Kesler e Higgins. Il 3-0 è nell’ aria e si concretizza poco dopo il giro di boa di metà gara con Marchand che in Penalty Killing ruba un disco nel proprio terzo difensivo, evita Daniel Sedin e dopo aver superato l’ opposizione isperata di Ryan Kesler batte Luongo da posizione molto defilata. Lo scintillante secondo periodo di Boston si chiude con la rete del 4-0 che porta la firma di Krejci (Ryder-Chara).

Quando le squadre tornano sul ghiaccio per gli ultimi 20 minuti la musica non cambia e sono ancora i Bruins a far illuminare la lampada rossa: questa volta a mettere il puck alle spalle di Luongo è Paille (Boychuk) che evidenzia ancora una volta le carenze dello Special Team canadese andando a segno in short hand. Quando Thomas assaporava il primo shutout di questa di finale (peraltro meritatissimo vista la prestazione complessiva della serata) arrivava la prima (e unica…) realizzazione canadese della serata con Jansen (Torres-Lapierre) che mette alle spalle di Thomas un suggerimento di Lapierre. I tifosi bostoniani non si devono preoccupare tuttavia: la rete canadese è un fuoco di paglia ed a ristabilire le distanze ci pensa ancora Mark Recchi (Marchand-Bergeron).

Boston non appare sazia ed infatti i problemi per Luongo non sono finiti: a rimpinguare il tabellino degli idoli di casa (e a rendere ancora più pesante la sconfitta dei Canucks) ci pensano le reti di Kelly (Paille-Chara) e Ryder (Kaberle), quest’ ultima in Power Play, che fissano il tabellino finale sul punteggio di 8-1, partita con più goal in un match di Playoff dall’ 8-1 con cui Colorado battè Florida in Gara2 delle Stanley Cup Finals del 1996.

Eroe della serata il goalie dei Bruins Thomas che, vistosi scippare lo shutout dalla rete di Jansen, mette a referto uno stratosferico 40-41. A rendere ancora più amara la sconfitta per i Canucks è la notizia che la NHL ha comminato 4 turni di squalifica ad Aaron Rome per la carica assassina su Nathan Horton (se la serie dovesse finire prima di Gara7, la squalifica verrebbe scontata all’ inizio della prossima stagione); nello scontro Horton, che è stato portato fuori dal ghiaccio in barella, ha riportato una forte commozione cerebrale e non tornerà sul ghiaccio per il resto della serie di finale.

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